“La bellezza salverà il mondo”, diceva il principe Myškin, protagonista de “L’idiota” di Dostoevskij, magari pensando alla bellezza che ritrovava negli “occhi ardenti” dell’amata Nastàs’ja Filìppovna.
Ma, forse, se non può salvare il mondo, può almeno salvare quelle esistenze nelle quali riesce silenziosa a insinuarsi, di coloro che appassionati, con le lacrime e con il sudore la cercano, la desiderano, la rincorrono.
Al tema della bellezza è dedicato il libro “La bellezza. Tredici racconti alla ricerca” che sarà presentato venerdì 25 ottobre, alle ore 18.00, presso il Palazzo Baronale Lopez y Royo a Monteroni di Lecce.
Il volume – Edizioni Esperidi – è realizzato con il contributo delle Confraternite Maria SS. Assunta, dell’Immacolata, dei SS. Medici e del Mutuo Soccorso nell’ambito della sesta edizione del Concorso indetto dall’«Associazione Alessia Pallara onlus», riservato a studenti delle classi quinte di Scuola Secondaria di II° Grado della Provincia di Lecce.
I racconti scelti sono quelli di Arturo Alessandri, Maria Grazia Attanasi, Annalisa Bari, Chiara Marini, Osvaldo De Matteis, Simona De Riccardis, Antonio Errico, Marcello Favale, Rosalba Favale, Graziella Lupo Pendinelli, Giuseppe Pascali, Teresa Romano, Ronny Trio.
Saranno ospiti dell’evento il sindaco di Monteroni Angelina Storino, il parroco don Giuseppe Spedicato, il presidente della giuria del concorso “La mia strada sulle ali di un sogno”, Wilma D’Amato e l’editore Claudio Martino.
In occasione della presentazione saranno, inoltre, consegnate le borse di studio offerte dall’Associazione“Alessia Pallara” e da “MTB Monteroni” agli studenti dell’I.C. I Polo “S. Colonna” più meritevoli. La lettura di passi scelti a cura dell’attore Francesco Piccolo della compagnia teatrale“La Busacca” sarà accompagnata dalle musiche dei Maestri Tonio Martino e Alessandro Quarta.
“La bellezza. Tredici racconti alla ricerca” è un libro dedicato a coloro che mettono la propria vita al servizio della bellezza, una bellezza che, però, non è nelle forme, o nel visibile, non è accessibile allo sguardo ma va oltre quello che appare, trova nelle emozioni un rifugio dall’esteriorità. Quella che conta non è la bellezza estetica del pallido corpo di Nastàs’ja che, riversa sul letto nel suo abito bianco, diventa vittima dell’accecante gelosia di Rogožin, ma quella dell’emozione nello sguardo di Myškin che, impotente, fissa la sposa che ha, ormai, perso per sempre.