Otranto e l’eredità di Bisanzio: la Chiesa di San Pietro al centro di un nuovo saggio


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Giovedì 28 agosto, ore 20.00, il Largo di Porta Alfonsina a Otranto diverrà palcoscenico di memoria e di cultura con la presentazione del volume “Otranto. Il segno di Bisanzio. La chiesa di San Pietro” di Pierpaolo Cariddi, edito da Edizioni Esperidi. L’evento, patrocinato dal Comune di Otranto, si aprirà con i saluti del sindaco Francesco Bruni e sarà condotto dal giornalista e scrittore Vincenzo Sparviero.

Accanto all’autore interverranno studiosi e personalità del mondo accademico e culturale: Paul Arthur, professore di archeologia medievale presso l’Università del Salento e autore della prefazione; Francesco Giovanni Giannachi, docente di civiltà bizantina nello stesso ateneo; l’architetto Mario Cucinella. Sarà, inoltre, presente l’editore e archeologo Claudio Martino.

Il saggio di Cariddi ripercorre le vicende medievali della città idruntina, fino all’XI secolo, quando Otranto visse profondamente legata all’Impero bizantino, di cui fu baluardo prima della conquista normanna. In quell’epoca la cultura greco-orientale, veicolata dalle istituzioni imperiali e dalla Chiesa, si radicò nel tessuto urbano e sociale, lasciando segni duraturi nell’arte e nell’architettura.

Testimone e simbolo di tale stagione è la chiesa di San Pietro, piccola gemma incastonata nel cuore della “Città dei Martiri”, unico monumento urbano superstite della fase bizantina. L’autore, attraverso un’analisi comparata dell’architettura e delle decorazioni pittoriche, tenta di collocare l’edificazione dell’edificio sacro in un quadro cronologico più definito, confrontando dati archeologici e paralleli con altre testimonianze coeve.

Paul Arthur, nella prefazione, sottolinea come tale volume si inserisca in un percorso di ricerca che Cariddi porta avanti da anni: “Si tratta del terzo libro del suo personale tentativo di comprendere Otranto dalle sue origini fino ai giorni nostri, presentando al grande pubblico sia le testimonianze della storia e dello sviluppo della città, sia le sue personali interpretazioni”.

L’opera di Cariddi restituisce, dunque, la misura di un’eredità storica che non è mera testimonianza, ma viva eredità. La chiesa di San Pietro, con i suoi affreschi enigmatici e la sua architettura sospesa tra Oriente e Occidente, diventa specchio di una comunità che da secoli vive il destino di frontiera.

L’incontro del 28 agosto non sarà soltanto presentazione di un libro, ma occasione per riflettere sulla memoria storica di Otranto e sulla sua perenne funzione di ponte tra due mondi.