Aveva appena vent’anni Antonio Maglio, quando decise di fondare “18° meridiano”. Non era solo un giornale. Era un progetto, un sogno, un foglio bruciante della passione di un ragazzo che amava il giornalismo e amava la propria terra, il Salento, e voleva narrarla, raccontarne le storie, raccontarne le persone, quelle che incontrava per strada, che calpestavano la stessa polvere che calpestava lui.
Il periodico trisettimanale nasce ad Alezio – dove anche Maglio era nato – nel 1963 e viene pubblicato fino al 1966.
A distanza di 53 anni viene proposta una ristampa che sarà presentata giovedì 17 ottobre alle ore 19.00, presso Palazzo Ferrari a Parabita. L’iniziativa nasce ad opera di “Atlantide”, associazione culturale aletina che ha scelto di dedicarsi alla diffusione degli storici numeri del periodico attraverso una serie di appuntamenti, a partire dal 5 agosto scorso. Dopo Gallipoli e Sannicola, Parabita è la terza tappa. Con il patrocinio del Comune di Parabita e la collaborazione dell’Associazione culturale “La Scatina”, l’evento ospiterà Laura Minerva (presidente dell’Associazione Culturale Atlantide), Francesca Seclì (presidente dell’Associazione Culturale La Scatina), Aldo D’Antico (insegnante, ricercatore storico ed editore), Stefano Prete (Sindaco di Parabita), Vincenzo Romano (Consigliere comunale di Alezio) e Antonio Imperiale (giornalista).
1963-1966. Tre anni contenuti in quelle pagine, intatti, custoditi nella dimensione temporale del passato. Fatti di cronaca, inchieste, ritratti di una realtà che appartiene agli anni Sessanta, una realtà sulla quale il direttore Antonio Maglio e l’editore Cosimo Alemanno hanno posato il proprio sguardo. E il loro sguardo diventerà quello di chiunque sfoglierà le pagine di questa ristampa, lo sguardo di chi la propria terra l’ha amata, l’ha criticata, lo sguardo di chi ha combattuto per renderla migliore, ha combattuto con la scrittura, con la parola, lavorando da giornalista. “18°meridiano” è uno sguardo su un passato in cui Antonio Maglio credeva, perché il passato non resti lì gelido e lontano dietro di noi, ma illumini un presente in cui la gente che calpesta oggi la polvere che Maglio calpestava 50 anni fa, non smetta mai di volere che questa terra, la nostra terra, migliori.
