“Stati generali della Commedia Italiana” ma “stavolta parliamo di donne”. Siamo alla terza edizione della tavola rotonda proposta e curata da Marco Giusti, uno dei più importanti critici cinematografici italiani.
Si conclude così la 17esima edizione del Festivale del Cinema Europeo.
“Abbiamo sempre pensato che per fare il protagonista di un film bisogna essere uomo, ma chi ha detto che una donna non possa essere all’altezza? “ questa la domanda che ha dato il via alla terza edizione degli Stati Generali della Commedia italiana.
Appuntamento alle ore 10:30 al cinema Massimo di Lecce dove alcuni dei più grani attori e registi del momento, tra cui Carlo Verdone, Maria Sole Tognazzi, Paola Minaccioni, Francesca Manieri, Ilenia Pastorelli e Federica Pontremoli, coordinati dalla presenza del critico Marco Giusti, hanno affrontato un acceso dibattito proprio sull’importanza delle donne al giorno d’oggi nel cinema.
Le opinioni dei presenti sono state piuttosto concordanti: la donna di oggi non è più quella donna di quindici o vent’anni fa, vi è la necessità di avere una sensibilità femminile accanto durante la scrittura, la sceneggiatura o la recitazione di un film.
Lo stesso pubblico è cambiato, e per fare in modo che un film venga apprezzato non solo dalla critica ma anche dalla gente nelle sale cinematografiche, bisogna costruire un legame con il mondo che si va a raccontare e la realtà di questo mondo è sicuramente cambiata. Si è sempre pensato alla donna come a una figura inferiore a quella di un uomo e tale impostazione culturale adesso dovrebbe crollare, poiché si è visto come un film di sole donne come quello diretto da Maria Sole Tognazzi, Io e Lei (2015) o comunque con una protagonista femminile come quello sceneggiato da Francesca Manieri, Veloce come il vento (2016), si possano considerare allo stesso livello, se non migliori di altri film prodotti e diretti da uomini.
Quello che cerca di fare una sceneggiatrice o una regista al giorno d’oggi è fare in modo che non si abbia bisogno degli uomini per farsi valere. L’aspetto più curioso della situazione è che la donna è stata sempre “costretta” ad interpretare ruoli minori sul grande schermo, ma nonostante tutto lo ha fatto a testa alta, imponendosi in lavori che sono passati alla storia, mentre gli uomini, oggi, mettendosi nei panni di personaggi di secondo piano, si sentono quasi a disagio.
A cura di Eleonora Romano