La sua è stata un’elezione con maggioranza bulgara. Nel corso della tornata elettorale del 12 aprile scorso, infatti, a scrivere il suo nome sulla scheda e ad accordagli fiducia è stato ben il 95% dei colleghi e a lui, adesso, spetterà la guida di Confindustria Lecce.
Giancarlo Negro, imprenditore del settore ICT, fondatore e amministratore della Links Spa, società specializzata, sin dal 1999, nel campo della consulenza e sviluppo software per banche, enti pubblici e settore privato, con sede principale a Lecce e altre operative a Milano, Roma e Bari, è il nuovo presidente degli industriali salentini che guiderà per i prossimi quattro anni.
Presidente da dove comincia il nuovo corso di Confindustria Lecce a seguito della sua elezione alla guida degli industriali salentini?
Innanzitutto Confindustria deve recuperare il dialogo con i suoi associati, deve comprendere le loro istanze e se possibile farle diventare un piano industriale per il territorio.
Gli industriali hanno ancora il dovere di dire la loro e di essere protagonisti dello sviluppo del territorio?
Bisogna comprendere che l’impresa ha un ruolo determinante nello sviluppo dell’economia e nella crescita della società. Bisogna rimettere al centro della scena l’industria e ripartire da uno sviluppo sostenibile, in cui tutto il territorio collabora in una dimensione che guarda al futuro, bisogna capire che la nostra programmazione deve essere il frutto di una politica industriale che da troppo tempo manca a questo territorio. Non è pensabile lasciare la nostra strategia nelle mani esclusive della politica, né delegarla ad altri.
La polemica virtuale di questi giorni tra Gallipoli e Riccione, tra Salento e Romagna, suggerisce una domanda: possiamo vivere solo di turismo o abbiamo bisogno ancora della grande industria?
Credo che sia importante creare il giusto mix. Parlare di turismo senza parlare di agroalimentare, di ICT, di servizi diventa un modello ormai superato, noi dobbiamo creare dei cluster in cui tutti insieme immaginiamo un modello nuovo e più sostenibile. Ma soprattutto dobbiamo rilanciare l’edilizia, che da troppo tempo è ormai ferma e ha bisogno di nuova linfa.
Presidente abbiamo apprezzato il suo invito all’unità e al dialogo, basta divisioni, ce ne sono state già troppe…
Assolutamente, dobbiamo recuperare lo spirito unitario e muoverci in maniera compatta. L’economia è una lotta tra sistemi produttivi. L’unione, il confronto, il dialogo, la capacità di fare sistema reale e non soltanto come slogan, saranno determinanti per il nostro futuro. Innanzitutto in Confindustria ripartiamo dal dialogo, io ho sintetizzato la mia politica associativa in tre verbi: dialogare, decidere e fare. Bisogna ascoltare, ma poi bisogna fare sintesi e muoversi di conseguenza, senza esitazioni.