Dopo due tornate elettorali, finalmente si riparte e per di più con un risultato storico. Confindustria Lecce, prima in Italia, con il supporto costante e fattivo di Confindustria nazionale a tutti i livelli, poiché nel giro di tre settimane – attraverso il metodo del referendum – ha approvato il nuovo Statuto, da ieri 9 febbraio pienamente in vigore. Considerando una base di 522 voti disponibili, l’approvazione è avvenuta con 392 voti, pari a più del 75 % del totale. Le aziende che si sono espresse rappresentano più del 65%. Un dato complessivo significativo che vede gli iscritti partecipare con entusiasmo al momento di rinnovamento della vita associativa.
“Grande il fermento che si respira in Confindustria Lecce – afferma Eliseo Zanasi, Commissario dell’Associazione – che si appresta a rinnovare tutti i propri organi per poi procedere entro il prossimo 30 aprile all’elezione del nuovo Presidente. La sperimentazione del voto per via referendaria è stata un successo e questo lo si deve soprattutto alla grande collaborazione e al senso di responsabilità degli Associati, che ringrazio, ma anche all’impegno di tutti i collaboratori della struttura”. Con il nuovo Statuto, dunque, Confindustria Lecce infatti si dota di uno strumento regolatorio molto moderno, che va nella direzione della semplificazione e dello snellimento. Sono altresì espresse in modo chiaro vision e mission dell’attività, nell’ottica di un sempre maggiore coinvolgimento, della crescita associativa e dello sviluppo del territorio di riferimento.
Ecco come funziona: anzitutto, il Presidente di Confindustria Lecce resta in carica per quattro anni e non può essere rieletto. Il Consiglio di Presidenza prende il posto del Consiglio Direttivo, mentre il Consiglio Generale sostituisce la vecchia Giunta. Gli imprenditori, in vista del voto, scaldano già i motori. In pole position ci sarebbe – in itinere alle precedenti tornate – Gianluca Negro. L’amministratore di LINKS Spa risultò il più suffragato dopo Roberto Fatano. Crescono anche le quotazioni di Nicola Delle Donne.
Le Sezioni merceologiche, inoltre, da 17 passano a dieci, con un accorpamento dettato da una maggiore efficienza e funzionalità e fondato sulla comunanza di interessi e analogie contrattuali.