‘Contro paghe non dignitose diciamo sì al salario minimo’, Federaziende prende posizione


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Salario minimo sì, salario minimo no. Su un dibattito di grande attualità e che negli ultimi mesi ha visto il Governo Meloni prendere una ferma posizione contraria, scende in campo Federaziende. Una posizione forte, decisa, magari impopolare quella di Eleno Mazzotta, Segretario Generale Nazionale di Federaziende ma che sposta in avanti le lancette del dibattito e consente nuovi spazi di dialogo: ‘Noi imprenditori aderenti a Federaziende dobbiamo comprendere che sposare la tesi di politica sindacale del salario minimo ci conviene. Perché lo sviluppo di un’impresa passa dai lavoratori, dalla loro stabilizzazione, dalla loro professionalità e dal riuscire ad accaparrarsi le migliori professionalità esistenti sul territorio e quindi passa da una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro e da un salario minimo che garantisca i principi sanciti dall’articolo 36 della Costituzione Italiana‘.

A rinfocolare la discussione una recente sentenza del Giudice del Lavoro del Tribunale di Milano che, dichiarando incostituzionale un contratto che prevedeva la paga oraria di € 3,96 all’ora e ritenendo nulli tutti gli articoli della contrattazione in questione, ha citato pari pari l’articolo 36 della Legge Fondamentale dello Stato: ‘Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa’.

Federaziende non dimentica di sottolineare che quella paga oraria miserrima era consentita da un contratto collettivo nazionale firmato anche da Cgil e Cisl, a dimostrazione che non sempre è vero che la maggiore rappresentatività sindacale significhi maggiori tutele.

“Noi di Federaziende – scrive in un’appassionata nota Eleno Mazzotta – ci chiediamo se fosse necessaria una sentenza di un Tribunale della Repubblica per far comprendere ad un imprenditore che pagare un lavoratore 3,96 euro l’ora non assicura al dipendente un’esistenza dignitosa. Negli ultimi anni le Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative su scala nazionale hanno fatto sentire con forza la loro voce evidenziando la necessità di mettere un freno alla proliferazione dei CCNL, segnalando quale ricetta la necessità di introdurre regole per misurare la rappresentatività delle parti stipulanti ed evidenziando la necessità di stabilire quale è il perimetro entro il quale è efficace il contratto. Quindi secondo tale tesi di certa politica sindacale nei CCNL la tutela dei lavoratori è direttamente proporzionale al grado di rappresentatività delle Organizzazioni Sindacali stipulanti l’accordo contrattuale di lavoro. Ma la recente sentenza del giudice del lavoro di Milano dimostra esattamente il contrario”.

Insomma, per Federaziende è giunto il momento di puntare sulla professionalità del lavoratore, capendo che il lavoro di qualità e quindi la produttività richiedono la partecipazione del lavoratore ai processi di miglioramento continuo.

“L’obiettivo – conclude Mazzotta – è quello di introdurre nuovi sistemi di classificazione del personale, l’innalzamento costante delle competenze dei lavoratori attraverso la formazione continua, il potenziamento del rapporto tra sistema di istruzione e formazione con il mondo del lavoro, nuove politiche salariali, nonché il potenziamento della contrattazione decentrata e della flessibilità”.