
Con il primo sblocco degli sfratti, aumentano i provvedimenti contro gli inquilini morosi. E molte famiglie – gravate dai contraccolpi della pandemia – sono sull’orlo della povertà, potendo contare solo sui sussidi statali.
L’allarme è di Cisl e Sicet, il sindacato degli inquilini casa e territorio, che già mesi fa aveva messo in allerta le istituzioni, prevedendo che con lo sblocco degli sfratti, già in sovrannumero prima della pandemia – 1400 a Lecce e provincia nel solo 2019 – sarebbe drasticamente aumentato il numero delle famiglie senza un tetto sopra la testa. E quanto temuto – denunciano i sindacati – si sta puntualmente verificando.
A partire dal 30 giugno, vigilia dello sblocco della prima delle tre tranches di sfratti prevista dal governo dopo lo stop dovuto alla pandemia, sono in aumento i provvedimenti contro gli inquilini morosi. Impossibilitati, anche a causa dei riverberi del covid-19, a pagare il canone locativo. Già lo scorso luglio i sindacati avevano manifestato preoccupazione dinanzi alla prefettura di Lecce, chiedendo l’istituzione di una cabina di regia per monitorare le situazioni delle famiglie a rischio, in aggiunta a una serie di provvedimenti per attutire gli effetti del covid sulle famiglie. A distanza di due mesi, però, Ada Chirizzi e Alessandro Monosi di Cisl e Sicet tornano a lanciare l’allarme: molte famiglie, infatti, contano solo sugli aiuti introdotti dallo Stato durante la pandemia. E questo è visibile con chiarezza osservando le schede del censimento reddituale consegnate ai nuclei famigliari da Arca Sud Salento, gestore degli alloggi popolari, in vista della consegna dei moduli per l’accesso ai fondi regionali per le persone in difficoltà.
“Dall’analisi delle schede dei nostri iscritti che stiamo aiutando nella compilazione – afferma Alessandro Monosi, responsabile del Sindacato Inquilini Casa e Territorio – stiamo notando che la stragrande maggioranza dei redditi dichiarati dagli inquilini nel censimento provengono dagli aiuti dati dallo Stato durante la pandemia come il rem, il reddito di cittadinanza, vari bonus. Questa è la situazione delle famiglie! Il precariato è diffuso, l’allarme sociale è altissimo. Questa è l’assistenza di cui godono per lo più moltissimi nuclei familiari senza la quale ci troveremmo dinanzi alla povertà più assoluta”.

Al momento, però, le domande consegnate per l’accesso ai fondi regionali sarebbero poche. E i sindacati chiedono una proroga della scadenza fissata oggi al 30 settembre, in modo da mettere al corrente tutte le famiglie sulla possibilità di fare richiesta per l’accesso al sussidio, consistente in un bonus ripartito in tre mensilità per gli inquilini delle case popolari in condizioni disagiate.
“La scadenza del bando al 30 settembre – afferma il Segretario Generale della Cisl di Lecce, Ada Chirizzi – va spostata e procrastinata almeno al 31 dicembre. La comunicazione anche se rivolta a tutti i nuclei familiari non è attecchita e non è stata molto recepita. Ci risulta che le domande siano ancora troppo poche e dobbiamo fare in modo che tutti gli inquilini che ne hanno diritto ricevano questo aiuto.”

I requisiti del bando sono molto semplici: basso reddito, (percettori di ammortizzatori sociali come il reddito di cittadinanza) o percettori all’interno del proprio nucleo familiare di pensioni di invalidità ed è prevista anche per chi ha contratto il covid.
“Troppe famiglie – concludono dal Sindacato – non riescono a far fronte al pagamento dell’affitto, delle bollette o di entrambe con il rischio di incorrere in indebitamenti o sfratti, contribuendo così ad allargare la forbice delle disuguaglianze, i cui effetti potrebbero amplificarsi se nel 2022 dovessero essere ridotti o addirittura venire meno quegli ammortizzatori sociali che ad oggi stanno rappresentando l’unico argine alle difficoltà insostenibili’’.