Non saranno uno su mille come canta Gianni Morandi, ma sono davvero “pochissimi” gli studenti che ogni anno riescono a superare il temuto test per l’accesso alla facoltà universitaria di Medicina a numero chiuso. Pochi, rispetto ai tantissimi giovani che coltivano il sogno di diventare un giorno dei bravi dottori. Gli aspiranti camici bianchi che non ce la fanno rinunciano o sempre più spesso affrontano i quiz in Italia con la valigia già pronta per Tirana. L’Albania è vista come una alternativa (il titolo di studio conseguito è valido anche nel Belpaese) o un’opportunità per non perdere l’anno. Già perché sono tante le matricole che chiedono il trasferimento in patria. Come dimenticare lo sfogo del consigliere regionale di Direzione Italia, Luigi Manca che, nei giorni scorsi, aveva raccontato la storia di sua figlia Martina, costretta ad andare a studiare nel Paese delle Aquile, dopo aver tentato invano di accedere al corso di studi in Italia.
Chi non può permetterselo o non vuole prendere quelle che definisce “scorciatoie” può seguire un’altra strada: quella del ricorso collettivo al Tar contro il numero chiuso a medicina promosso da Codacons.
Tutti i candidati che hanno sostenuto (e non superato) i test di ingresso potranno far valere il proprio diritto allo studio grazie all’associazione dei consumatori che ha pubblicato, sul proprio sito, una pagina ad hoc.
«Anche quest’anno si è riproposto il consueto sbarramento per i 60mila partecipanti alla prova d’ammissione che ha creato grande malumore anche tra gli studenti residenti in Puglia » spiega l’associazione che in una nota stampa ufficiale ha sollevato anche qualche dubbio sulla legittimità dei quesiti di logica, aumentati dal 2013, quando il Miur ha voluto limitare le domande di cultura generale. «Nel 1999, il legislatore aveva dato indicazioni ben diverse: aveva imposto al Ministero dell’Istruzione di privilegiare l’ambito della cultura generale e, soprattutto, l’aderenza ai programmi scolastici. Le domande di logica, quindi, potrebbero non essere legittime e questo andrebbe a pregiudicare i risultati del test d’ammissione» precisano da Codacons che ha deciso, quindi, di organizzare un ricorso collettivo innanzi al TAR del Lazio contro il numero chiuso a Medicina, che deve essere presentato dai candidati esclusi entro e non oltre 60 giorni dalla pubblicazione delle graduatorie avvenuta lo scorso 3 ottobre 2017.
«Lo scopo è quello di garantire il diritto allo studio a tutti gli aspiranti medici che abbiano sostenuto le prove del test d’ingresso e non siano risultati idonei».
L’associazione invita dunque tutti gli studenti della Puglia che hanno sostenuto e non superato i test d’ammissione ad aderire all’azione, seguendo le indicazioni pubblicate sul sito Codacons.