Di fama e notorietà il cantante ne aveva già conquistata tanta nel corso della sua carriera musicale, complici anche i suoi look molto eccentrici che da sempre lo rendono riconoscibilissimo. Ma forse nessuno si aspettava che Achille Lauro, per la sua esibizione al Festival di Sanremo 2020, avrebbe osato così tanto. Tra sacro e profano, il cantante dai capelli ossigenati gioca con la sua immagine e il contrasto con uno dei palchi più eleganti d’Italia si fa subito sentire. Arriva in scena per la sua esibizione con una mantella di velluto nero e oro che sulle sue spalle, avrebbero scoperto gli spettatori subito dopo, ci è rimasta poco.
È l’ormai iconica “tutina” che lascia intravedere i tanti tatuaggi ad avere colpito l’immaginario di un pubblico molto, forse troppo, abituato al bon ton della kermesse. A firmare l’indumento più unico che raro è l’alta moda di Gucci. A realizzare il tanto discusso abito indossato da Achille Lauro è stato un gruppo di aziende capitanate dal gruppo produttivo neretino Barbetta su progetto dello stilista della maison conosciuta in tutto il mondo. Insomma, ormai giunti alle porte della terza serata del Festival della canzone italiana, il web parla solo di lui e della sua mise che ha diviso gli spettatori e a metterci lo zampino è stato il Salento, che non poteva non dare il suo contributo al grande successo mediatico di questa edizione del festival.
“Ha fatto scalpore – commenta Pippi Mellone, sindaco di Nardò – la notizia che il vestito “francescano” di questo artista sia stato confezionato a Nardò ma questo fatto, se da un lato mi fa piacere perché riempie d’orgoglio i tanti lavoratori e le tante lavoratrici del comparto, dall’altro non mi meraviglia perché la nostra città rappresenta l’eccellenza assoluta in questo settore produttivo. La nostra zona industriale è oggi il miglior luogo per investire su aziende della filiera. In questo Festival di Sanremo, caratterizzato da tantissime polemiche, possiamo dire che un vero riscatto sociale viene dalla capacità produttiva dei nostri territori, storicamente trascurati dai resoconti ufficiali. Con tanta passione e nonostante le difficoltà strutturali e dei collegamenti, i nostri imprenditori hanno dato vita a un distretto di eccellenza, che, nel tessile, così come nel metalmeccanico o nell’agroalimentare, raggiunge livelli molto alti”.