I Negramaro in ospedale da Lele, la band ha abbracciato il chitarrista per pochi minuti


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Non sono solo i componenti di un gruppo, uniti dalla passione per la musica. Non sono neanche semplici amici, legati da un progetto lavorativo o da un tratto di strada della vita condivisa. I Negramaro sono molto di più: sono una famiglia. E questa mattina, la famiglia si è ritrovata all’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, per stare vicino ad un fratello che sta lottando per tornare sul palco, per vedere il volto di suo figlio, per baciare ancora la sua bellissima moglie. Tutti insieme per incoraggiarlo a “non mollare”, come stanno facendo colleghi e fan a suon di hashtag sui social.

Le condizioni di Lele Spedicato, colpito da un’emorragia cerebrale sono “stazionarie”. È in coma farmacologico, costantemente monitorato dai medici, ma il chitarrista – ricoverato nel reparto di Rianimazione – ha potuto ricevere l’abbraccio della band salentina a cui la direzione sanitaria del nosocomio ha concesso una breve visita.

Giuliano Sangiorgi arrivato in tutta fretta da Roma dove si trovava con la compagna Ilaria Macchia, anche lei in dolce attesa di una bimba, Andrea Mariano, Ermanno Carlà, Danilo Tasco e Andrea Pupillo De Rocco si sono stretti intorno al letto, dove Lele sta combattendo la sua battaglia più difficile.

Il gruppo è entrato nella stanza per dare forza all’amico. Pochi minuti, per ribadire un affetto costruito in più di vent’anni, mentre conquistavano le classifiche, vendevano dischi, collezionavano successi.

“Resta qui con me, fratello mio!”

È questo il toccante messaggio che il leader della band ha voluto dedicare a Lele. Un post, pubblicato nel cuore della notte da Giuliano Sangiorgi sul suo profilo Facebook ufficiale. Ad accompagnare queste poche, ma toccanti parole è una che li ritrae insieme sul palco, durante uno dei tanti concerti.

Spedicato, si legge nel secondo bollettino medico diffuso nel pomeriggio, «ha trascorso una notte tranquilla». I medici non si sbottonano, la prognosi resta riservata visto il quadro clinico delicato, ma dai medici filtra un po’ di ottimismo.