
‘Ringrazio il Presidente Michele Emiliano, i segretari del Partito Democratico, tutti gli amici e concittadini che hanno pensato a me quale candidato per guidare questa splendida Città; pur continuando a sentirla come una sfida avvincente, ritengo doveroso fugare ogni dubbio sulla scelta definitivamente adottata e quindi confermare la mia indisponibilità’. Breve e diretto il messaggio di Alfredo Prete che fuga ogni dubbio, ringrazia e declina l’offerta del centrosinistra.
Prima l’offerta e la fase del discernimento, poi la bacchettata sui metodi, il rifiuto, la preghiera di ripensamento e il diniego finale. Tutto in pochi giorni, anzi in poche ore. Il Partito Democratico credeva di aver trovato la quadra, bypassando primarie, confronti e tavoli di coalizione. Niente da fare, è tutto da rifare. Il Presidente della Camera di Commercio era stato contattato da vertici dem salentini, una proposta concreta basata tutta sulla disponibilità di Prete di scendere in campo: le fondamenta sembravano solide, ma la speditezza, il metodo e il mancato coordinamento ha fatto storcere il naso a qualcuno.
‘Mancano le basi politiche – aveva dichiarato lo stesso Prete nella giornata di domenica – a questo punto la mia disponibilità viene meno’. Aveva fatto seguito il placet sul nome dal Governatore della Regione Puglia Emiliano e la lettera aperta scritta direttamente da via Torquato Tasso e che invitava l’imprenditore salentino a buttarsi prepotentemente nella mischia nella corsa allo scanno più alto di Palazzo Carafa.
E invece Alfredo Prete tira dritto sulla sua decisione: questa candidatura non s’ha da fare. Le speranze del PD a questo punto sono nulle: prima il no dell’avvocato Saverio Sticchi Damiani, adesso quello di Prete. La caccia al candidato si riapre. Ora c’è tutto un ventaglio di opzioni che il centrosinistra deve valutare. Continuare sulla ‘pesca’ dalla società civile? Aprirsi ai professionisti della città? Guardarsi dentro e imbastire le primarie? Ad oggi non c’è una risposta. Il cantiere è più aperto che mai.