Ore calde quelle trascorse oggi nella sala giunta del Palazzo della Provincia per decidere il destino dell'Adelchi, famosa azienda del Tac salentino specializzata nella produzione di calzature.
Questa mattina, riuniti al tavolo, erano presenti i segretari provinciali dei sindacati, la vicepresidente della Regione, Loredana Capone, Adelchi, il sindaco di Tricase, Antonio Musarò, Confindustria, il presidente del comitato dei lavorati in lotta, Lory De Donno, e il suo vice, Luca Simone.
Il punto che doveva essere posto all'ordine del giorno dal patron dell'Adelchi era la presentazione di un piano di rilancio industriale dell'azienda per permettere in un secondo momento la richiesta di prosecuzione degli ammortizzatori sociali che avrebbe portato, in fine, al proseguimento della cassa integrazione la cui scadenza è fissata per il 4 Luglio prossimo. Il presidente del gruppo Adelchi, invece di presentare il piano di rilancio, ha avanzato una richiesta di concordato preventivo, utile unitamente a tutelare il patrimonio aziendale e non ad assicurare ai lavoratori la proroga della cassa integrazione.
"Ormai l'azienda ha delocalizzato le produzioni totalmente in Bangladesh e Albania e non ha nessun interesse a restare qui sul mercato. Non vuole assumersi la responsabilità dei suoi dipendenti" ha dichiarato il presidente del comitato dei lavoratori, Lory de Donno. In sintesi, il rischio che si paventa, dopo l'incontro di questa mattina, è la mobilità e nella migliore delle ipotesi una cassa integrazione in deroga regionale, e non più ministeriale. L'appuntamento con la tanto auspicata decisione circa il destino dell'Adelchi è rimandata ai prossimi giorni.