Agente penitenziario ustionato alle gambe viene dimesso e i sindacati prendono posizione


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Le fiamme che hanno avvolto le gambe di un agente di polizia penitenziaria all’interno del carcere di Lecce nella mattinata di domenica, hanno alimentato anche il malcontento che serpeggia tra gli appartenenti al Corpo.

Quanto accaduto è un fatto molto grave che si aggiunge ad altri episodi denunciati nel tempo dalle organizzazioni sindacali.

A quanto si è appreso, la tuta di servizio indossata da un appartenente alla Polizia Penitenziaria in servizio presso Borgo San Nicola ha preso fuoco a seguito della scintilla sprigionata dalla sigaretta elettronica che era stata riposta in una tasca della tuta stessa.

Le lingue di fuoco hanno provocato ustioni di secondo e terzo grado sulle gambe del malcapitato che è stato ricoverato d'urgenza presso l’ospedale Perrino di Brindisi per tutte le cure del caso. Questa mattina l’uomo è stato dimesso e dovrà proseguire con la terapia dettata dal personale medico.

Da qui l’ira dei sindacati. L’Osapp scrive “appare di tutta evidenza che quale che ne sia stata la causa un indumento tutt'altro che di poco prezzo e tra l'altro facente parte della dotazione ufficiale e nazionale di appartenenti ad Corpo di Polizia – assai spesso impegnati proprio in interventi di spegnimento di incendi nelle camere e nei reparti detentivi – non dovrebbe incendiarsi e sprigionare fiamme al pari di un qualsiasi indumento di fibra sintetica acquistato sulla bancarella di un mercatino rionale”.

Certamente l’episodio va approfondito, ma rimane fermo che l’organizzazione sindacale ha già “espresso una serie di concrete riserve e dubbi sulla qualità degli effetti di vestiario in uso agli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, riguardanti: l'uniforme Operativa risulta di pessima qualità in quanto a stoffa e fattura, si scolorisce dopo pochi lavaggi ed altrettanto facilmente si usura, dalla stoffa fuoriescono pelucchi e filamenti bianchi (probabilmente relativi all'elasticizzazione del tessuto) e a nulla è valso il tentativo di sostituirne alcune. Tra l'altro le strisce di colore azzurro al lato delle cuciture e che sono caratteristica del Corpo si frantumano e si disperdono con estrema facilità rendendo ulteriormente evidente la completa trasandatezza dell'indumento”.

E l’elenco non finisce quil'Uniforme Operativa estiva di nuova fornitura è priva della scritta "Polizia Penitenziaria" all'altezza delle scapole che nei servizi notturni poteva anche rifrangere la luce con ciò identificando gli appartenenti al Corpo; la fornitura di camicie bianche, non avviene più da tempo e il Personale deve provvedere a proprio carico e onere; la fornitura di calzature, sia relative all'uniforme ordinaria e sia relative all'uniforme di servizio, non avviene più da tempo ed anche in questo caso è il Personale a provvedere con evidente disomogeneità; la sostituzione dei giacconi impermeabili in goretex, anch'essa non si verifica da tempo e nei servizi notturni all'esterno ciascuno provvede secondo disponibilità”.

Insomma, una situazione di difficoltà tra le tante lamentate e che sicuramente sono elencate all’interno del report stilato in occasione del tavolo di concertazione inerente l’amministrazione penitenziaria.  All’orizzonte, intanto, si profila una riorganizzazione del Corpo e il progetto di riordino sarà all’attenzione del Ministro della Giustizia il prossimo 20 aprile.