Al Nord è trionfo Lega, al Sud sfondano i 5 Stelle. Qualcuno fa un disegno impietoso del Mezzogiorno che non condividono tutti


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In queste ore largo spazio agli approfondimenti, ai dibattiti, ai commenti del post voto. Tante le riflessioni che si possono fare all’alba del nuovo giorno che vede il Movimento di Beppe Grillo trionfare sui partiti tradizionali, mentre il centrodestra, trainato da Matteo Salvini, punta il vessillo al Nord. Un’Italia spaccata in due. Come sempre, possiamo dire. Ci risiamo.

Ma questa volta c’è chi non ci sta a stare in silenzio davanti ad interpretazioni di voto che “premiano” il Settentrione come sede di quel mondo imprenditoriale, di quel mondo che lavora e trascina l’economia italiana ed ha scelto di votare chi sostiene la legalità, contro la criminalità, a favore della sicurezza sociale e del lavoro, a fronte di chi come il Mezzogiorno che – secondo impietose ricostruzioni – premia chi inneggia al premio di cittadinanza, nell’ottica tutta da interpretare di una volontà scientificamente scelta di stare in panciolle, attendendo a fine mese un denaro in tasca che non proviene dalla fatica quotidiana.

Voce agli imprenditori che operano al Sud

Sì, c’è chi non ci sta e, come affermato da Roberto Fatano, presidente dell’associazione imprenditoriale LAICA, sostiene “io la vedo come una vittoria della legalità, un segnale che viene esattamente dal Sud che dice no alla criminalità e alle infiltrazioni mafiose. La mia interpretazione è diametricalmente opposta a quella di qualche improvvido opinionista”.

Abbiamo chiesto l’opinione anche a Giancarlo Negro, presidente Confindustria Lecce. “Si tratta di un voto di protesta che come tale va valutato, una protesta motivata e canalizzata con forme e modalità differenti tra Nord e Sud dell’Italia come differenti sono – sostiene Negro – le problematiche dei territori. La protesta al Nord ha riguardato temi urgenti come la sicurezza sociale e l’identità culturale, al Sud sensibilità degli elettori affonda le sue radici nel disagio sociale ed economico in cui i nostri territori si ritrovano da lungo tempo, ecco perché interventi come il reddito di cittadinanza appaiono le soluzioni migliori (e secondo me non lo sono) per far fronte alle difficoltà di tanti giovani e tante famiglie. Ma è chiaro – conclude Negro – che la percezione del lavoro e della ricerca di occupazione stabile presenti una velocità diversa nelle regioni del Sud. Giancarlo Negro chiude dicendo che “il lavoro deve produrre reddito e non può e non deve essere inteso come mero assistenzialismo improduttivo ed alienante”.

Molti operatori d’impresa hanno letto il dato del Centrosud come una forte richiesta di cambiamento, che vuole bocciare in modo inequivocabile una politica vecchia e rappresentanti che ormai non convincono più e- diciamolo– molto non hanno fatto per risollevare le sorti di quell’Italia che affanna.

Quindi, volti nuovi, freschi e più rappresentativi di un territorio che vuole essere ascoltato e che, come del resto ha già  raccontato qualche pellicola cinematografica, molto ha da raccontare, oltre gli stereotipi.