Diciamoci la verità, nessuno crede alla storia della pec che, anche al simpatizzante più accanito del centrodestra, sembra essere una vera e propria barzelletta. Dai consiglieri diventati maggioranza a Palazzo Carafa ci si sarebbe aspettato di più: meno parole e più fatti. E soprattutto si aspettavano di più quei cittadini che gli hanno consentito di raggiungere quel 50% più uno che li ha fatti sedere nell’assise comunale, nonostante i ritardi dovuti alla querelle creata dall’anatra zoppa.
Ci si aspettava di più anche dalla sceneggiata delle facce contrite, proprio di quegli studenti che consapevoli di essere impreparati si presentano all’esame e poi sono pure dispiaciuti e arrabbiati per non averlo superato. Le dimissioni non erano uno scoglio insuperabile. Bastava che fossero state organizzate un minuto dopo la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato, cosa possibile se solo ci fosse stata unità di intenti.
Adesso la colpa sarà di Paola Gigante, rea di trovarsi in un punto del mondo lontano quando in realtà tutti sanno che questa situazione è comoda a molti, a chi non ha voglia di scendere dalla giostra dopo esserci salito.
A questo punto scommettiamo che si troveranno i numeri anche per approvare il Bilancio di Previsione su cui il sindaco Carlo Salvemini ha basato il futuro del suo Governo?
Questo il quadro politico che si consegna ai leccesi a dieci giorni dalle elezioni politiche.