Anatra zoppa, dal Consiglio di Stato nessun verdetto. La sentenza tra 15 giorni


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A chi pensava che il Consiglio di Stato avrebbe finalmente messo fine all’interrogativo che da mesi sta tenendo banco nel capoluogo barocco, toccherà aspettare ancora. Dovranno passare almeno 15 giorni per sapere se Lecce rientra nei casi di «anatra zoppa».

I giudici di Palazzo Spada chiamati a decidere se è stata legittima la scelta della commissione elettorale di attribuire il premio di maggioranza a Carlo Salmemini hanno ascoltato con attenzione le tesi degli avvocati dei due schieramenti politici, ma la discussione – durata più di un’ora – non è terminata con un verdetto, tanto atteso anche dal comune di Avezzano presente in aula per lo stesso motivo.

Insomma, restano aperte tutte le strade ipotizzate fino a questo momento. Il Consiglio di Stato potrebbe confermare la sentenza del Tar e assegnare i seggi ai sei candidati del centrodestra rimasti appesi ad un filo. Il primo cittadino, in questo caso, si troverebbe a governare con una maggioranza non sua.

Opzione numero due: i giudici romani potrebbero sposare la ‘tesi’ della Commissione elettorale che aveva sommato i “voti validi” del primo e del secondo turno, lasciando intatta così com’è la squadra di Salvemini che, a quel punto, potrebbe dedicarsi ad amministrare la città senza la Spada di Damocle dei numeri.

Sul banco c’è anche la carta della questione di legittimità costituzionale. I giudici romani potrebbero rinviare il giudizio alla Corte Costituzionale. In questo caso il Consiglio Comunale resterebbe salvo, fino all’ultima e definitiva decisione. Se dovesse prospettarsi quest’ipotesi, però, l’avvocato Pietro Quinto chiederebbe la revoca dell’ordinanza di sospensiva. «Se la norma vigente significa quello che noi sosteniamo, bisogna applicare la norma…» ha dichiarato perentorio citando la sentenza di primo grado del Tar.

«Attendiamo la decisione, qualunque essa sia» ha concluso Quinto.

Il commento di Salvemini

«L’udienza s’è tenuta, le parti hanno motivato le loro ragioni, i giudici hanno ascoltato. Ora il Consiglio di Stato ha 45 giorni per scrivere e depositare sentenza – ha scritto il primo cittadino sul suo profilo Facebook – può farlo già domani o prendersi tutto il tempo previsto per legge. Nell’attesa di sapere quale sarà la decisione finale sulla giusta composizione del consiglio comunale c’è solo una cosa da fare: continuare a lavorare per la città».