Approvato il bilancio di previsione 2014: ridotta dell’1,73% la spesa corrente


Condividi su

Alla luce del Bilancio di Previsione annuale 2014 approvato nella serata odierna a Palazzo Carafa – quattordici favorevoli e otto contrari – emergere un dato che quasi ‘mortifica’ gli amministratori locali, ovvero le pesanti decisioni imposte dal Governo nazionale. Siano esse riguardanti le aliquote massime da applicare alla tasse, oppure la riduzione dei fondi in aiuto alle povere casse dei Comuni italiani, effettuare programmazioni ‘ad hoc’ delle quotidiane attività il 16 ottobre (anziché il 31 Dicembre) risulta una conseguenza inevitabile. Perché, di fatti, non predisporre tale bilancio prima dell’inizio dell’anno di riferimento ne vanifica la funzione. Ma tant’è. Lo stesso Assessore al ramo, Attilio Monosi, non nega quanto ciò possa destare singolarità, affermando al contempo che gli stessi contenuti – illustrati all’intera assise mediante una relazione – ormai debbano considerarsi già dati acquisiti.

Spese sostenute in virtù dei dieci dodicesimi d’anno aventi obiettivi ben stabiliti; entriamo però nel vivo della questione:«Un tempo la trasmissione dei trasferimenti da parte dello Stato poteva contare su 25 milioni di euro che – sottolinea Monosi – unitamente ad altri, fornivano all’Ente capacità economiche intorno ai 40 milioni. Oggi, invece, non solo da Roma si taglia, ma rivolge al Comune un invito “trova lo stesso il modo di andare avanti senza quei soldi”. Così facendo ci obbliga ad intraprendere la strategia del prelievo fiscale». Esistono, peraltro, dettagli importanti; o comunque non di poco conto. L’amministrazione leccese registra, nel 2014, una spesa corrente di circa 116 milioni di euro a fronte dei 118 del 2013. In percentuali, la riduzione ammonta all’1,73%.

Capitolo entrate. Dai tributi – tipo Imu, Tasi e Tarigiungono circa 71 milioni e 317mila euro; a questi, inoltre, va aggiunta una contribuzione del 61% proprio da parte del settore tributi. E via di seguito con servizi alla persona, 25 milioni provenienti dalla Regione Puglia per servizi sociali e trasporti, più gli oneri di urbanizzazione. Anche questa voce non rappresenta grande fonte di finanziamento: il mercato del settore edilizio, di fatto, vive una fase stagnante e se ieri, ad esempio, pervenivano cifre intorno ai 10 milioni di euro, oggi bisogna ‘accontentarsi’ di cifre sui 4 milioni.

Tornando alla voce di spesa, invece, Monosi premette:«Buona parte delle uscite interessano i costi del personale che, insieme a quelli legati alla Lupiae Servizi (11 milioni di euro) determinano un buon 30% del bilancio. Continuano i 20 milioni del servizio ambientale, le fonti energetiche, l’illuminazione pubblica, riscaldamento e rimborso mutui. E arriviamo ad un restante 27% da cui occorre detrarre il 10%, assorbito dalle politiche sociali». Insomma, l’elenco appena descritto raffigura l’83% delle spese all’interno del prospetto.

Da parte del centrosinistra cittadino arriva un decisono’ durante le rispettive dichiarazioni di voto. Carlo Salvemini, consigliere di Lecce Bene Comune, mette l’accento su alcune voci in particolare, tra cui interessi passivi e debiti fuori bilancio, la cui gestione viene da egli definita ‘sconsiderata’. Una sorta di ‘patologia dell’Ente’. Non solo. «Partendo dall’ultimo quadriennio – dice Salvemini – si è passati dai 104 milioni del 2009 ai 116 del 2014; e ciò deriva da precise scelte passate che stiamo pagando oggi ». Loredana Capone invece chiede:«Come farete a riscuotere 900mila euro in più di Irpef dai cittadini leccesi per via dell’addizionale sull’imposta del 12%?». Le perplessità dell’Assessore regionale allo Sviluppo Economico non finiscono qui:«L’equilibrio di parte corrente presenta profili di criticità in parte evidenziati anche dal Collegio dei Revisori. La voce ‘rimborso prestiti, il cui importo corrisponde a 25 milioni di euro, non trova copertura nelle entrate». Infine il consigliere PD Antonio Rotundo riassume in poche parole la principale nota che da sempre il gruppo di minoranza leccese ricorda frequentemente alla giunta Perrone:«In questo bilancio di previsione ricadono sì le scelte del governo, ma anche quelle dovute a evidenti scelte politiche rivelatesi errate. Quali? Leadri, via Brenta, Filobus, Lupiae Servizi».