“La presenza del Viceministro Filippo Bubbico a Lecce e la firma dei tre Protocolli tesi a contrastare l’illegalità anche nelle sue forme più insidiose e subdole, sottolineano come le relazioni e gli accordi interistituzionali possano costituire l’argine più forte al rafforzamento o all’infiltrazione della criminalità organizzata”.
Teresa Bellanova e Salvatore Capone, parlamentari Pd per la Puglia, presenti in Prefettura all’incontro su “La tutela antimafia alla luce del Nuovo Codice: tra protocolli di legalità e accordi interistituzionali”, individuano nella relazione tra istituzioni e nel coinvolgimento attivo degli Enti locali, come dimostra la buona pratica inaugurata a Gallipoli e volta a rafforzare l’attività di prevenzione nei settori economici sottoposti ad autorizzazioni o licenze amministrative, un mezzo fortissimo di contrasto alle penetrazione della criminalità nei tessuti sani dell’economia e della società.
“Soprattutto in un momento di crisi come l’attuale – sottolinea Teresa Bellanova – non abbassare la guardia significa richiamare tutti alla propria responsabilità, perché la crisi non divenga quel brodo di coltura ottimale per il reclutamento della bassa manovalanza e l’attrazione di persone soprattutto giovani nei ranghi della criminalità. D’altra parte è stato lo stesso Viceministro a indicare come priorità, per i territori e per i governi, la necessità di sostenere in ogni modo l’economia legale, l’unica che possa realmente offrire un destino alle nuove generazioni, e una possibilità concreta a chi ha bisogno di riorientarsi sul mercato del lavoro. E a sottolineare l’estrema attenzione del Governo per la Puglia e il Salento, anche accogliendo la richiesta di rinforzi in tema di lotta alla mafia e alla criminalità che come parlamentari avevamo avanzato al Ministro, affiancandoci alle numerose sollecitazioni del Prefetto”.
“I protocolli firmati – prosegue Salvatore Capone – sono ancor di più importanti se considerati in relazione all’allarme lanciato dalla Svimez nei giorni scorsi. Il rischio desertificazione nel Mezzogiorno va di pari passo con il rischio che quella desertificazione possa divenire estremamente interessante per il radicarsi e il prolificare di attività illegali. Per questo siamo chiamati, come classi dirigenti e come Parlamento, non ad interventi spot, piuttosto a una visione strategica di medio-lungo periodo, capace di individuare nella legalità uno degli assetti più forti della crescita e dello sviluppo economici delle nostre comunità”.