Bilancio di previsione 2015, Monosi:’Puntiamo ad alleggerire la leva fiscale’

Nel Consiglio comunale di stamattina, in programma a Palazzo Carafa, l’assessore al Bilancio Attilio Monosi illustra il Bilancio di previsione 2015 e annuncia:’A partire dal 2016 vorremmo alleggerire un po’ la leva fiscale’

consiglio-comunale-lecce

Non c’è molto di nuovo da aggiungere sulla previsione del bilancio annuale 2015 programmata dal Comune di Lecce, sebbene un annuncio dell’Assessore al ramo, Attilio Monosi, inizi a far intravedere un piccolo spiraglio di luce: «Stiamo lavorando sulla riduzione della leva fiscale a partire dal 2016». Non la classica promessa dal sapore elettorale, ma un impegno concreto che punta all’alleggerimento del gettito – composto da varie tasse e imposte – sempre più pesante per le famiglie leccesi. Ovviamente, per far sì che tale auspicio diventi realtà, serve reperire il denaro adatto per coprire le entrate principali dell’Amministrazione. Entrate che, putacaso, derivano per oltre il 60% dai tributi locali, proprio come illustrato da Monosi durante il Consiglio Comunale odierno. Ma la maggioranza, a tal proposito, ha già in mente un piano ad hoc teorico che lascerebbe ben sperare. Scettica invece l’opposizione, che con Carlo Salvemini, consigliere di Lecce Bene Comune, replica così:«Come si può parlare di alleggerimento davanti all’ipotesi di un aumento complessivo dell’IMU pari a tre milioni di euro?».

«Difficile gestire una situazione con poche possibilità di programmare – riferisce Monosi alla Massima Assise – date le restrizioni economiche che incidono sul rapporto spesa corrente/fiscalità locale. Le casse comunali respirano soprattutto in funzione del federalismo fiscale sancito dai governi precedenti. Ciò significa che viene delegato quasi esclusivamente ai cittadini l’onere di mantenere la struttura dei servizi». Oltre a questo, vanno aggiunti altri impedimenti, tra cui l’azzeramento di trasferimenti statali (che in passato rappresentavano una risorsa importante). Non solo. Ad esempio, dei 9 milioni di euro ricavati dalla riscossione dell’IMU, soltanto cinque tornano a disposizione della comunità leccese, perché l’altra parte viene trattenuta dallo Stato. Finisce qui? Macché. Del gettito tributario dell’imposta sugli immobili di categoria “D” – ossia stabilimenti industriali – se ne deve corrispondere addirittura una quantità pari a 6 milioni di euro.

«Una smisurata responsabilizzazione degli enti locali», sostiene Monosi, che poi fa quadrato sul bilancio:«Oltre 75 milioni di euro che significano il 64% delle entrate. Non è piacevole dirlo. E meno male che si gode ancora – per un buon 23% – del trasferimento dei fondi regionali». Peraltro, stando alla nuova normativa nazionale, nel Bilancio di previsione vanno inserite voci concrete, reali, e non più – in base alle vecchie leggi – presunte. Provvedimento che sta in qualche modo creando grattacapi a tutti i Comuni d’Italia. «Troviamo ancora problemi circa le riscossioni inerenti al codice della strada – aggiunge – anche se tali cifre rientrano nel cosiddetto ‘fondo rischio crediti’». «Riguardo alle spese – conclude Monosi nella sua relazione – quella del personale appare la maggiormente alta in termini percentuali con circa il 20%. Segue un 10% dedicato alla Lupiae Servizi, 4% di fitti passivi e un altro 10% per il pagamento dei mutui».   



In questo articolo: