Il tema non è nuovo anzi è vecchio quanto la politica. Chi amministra vede solo e soltanto ciò che va bene, le note positive, i risultati con il segno più davanti. Chi sta all’opposizione sottolinea con la penna rossa tutte le defaiance di chi ha responsabilità di governo, mettendo in luce le criticità. Alla fine ci si trova a giocare un gioco a somma zero, dove diventa difficile giudicare con equilibrio, esprimere un parere e una valutazione complessi e si ha sempre l’impressione che si parli con pregiudizio, per partito preso.
Anche Lecce quest’anno non rifugge da questa brutta dinamica. Per Paolo Perrone, primo cittadino del capoluogo barocco, Lecce è ai suoi massimi dal punto di vista della popolarità e dell’appeal e chi segnala le disfunzioni del sistema o è un ‘menagramo’ oppure, peggio, ancora non ama la sua città.
Per gli oppositori al sindaco e alla sua maggioranza a Lecce non va bene nulla: dalla raccolta dei rifiuti alla manutenzione del verde pubblico, dalla viabilità al piano traffico per le festività dei santi patroni che farà traboccare il centro come non mai, fino alla situazione di degrado in cui versano molte marine.
È stato un post del sindaco, nell’epoca della comunicazione just in time, a scatenare la polemica, definendo ‘boicottatori’ tutti quelli che criticano senza lanciare apprezzamenti a chi di fatto amministra una città che trabocca di vacanzieri forse come mai era accaduto negli anni precedenti.
Le risposte piccate non potevano mancare e non sono tardate ad arrivare. Ad aprire le danze il segretario cittadino del partito Democratico Fabrizio Marra che non ci ha pensato troppo a replicare a Perrone: ‘Denunciare o rappresentare ciò che non funziona nella città di Lecce, non vuol dire essere boicottatori da parte degli organi di stampa o di partiti ed associazioni e comitati di cittadini, ma semplicemente segnalare le disfunzioni di una città d’arte e di cultura. Tutto ciò non è denigrazione, visto l’amore incondizionato che nutriamo per Lecce, ma non si può andare a raccontare ciò che gli amministratori vorrebbero sentirsi dire, ossia che tutto funziona e che non ci sono elementi di criticità su servizi e programmazioni strategiche per la città capoluogo’.
Non meno teneri con Perrone gli ex amici di Forza Italia che con le parole di Paride Mazzotta, coordinatore provinciale del partito di Berlusconi, esortano il sindaco a rivedere il piano per la raccolta differenziata nel centro storico, lanciando anche alcuni suggerimenti che bisognerà vedere di contemperare con il capitolato approvato: ‘Subito bidoncini più capienti e potenziamento della raccolta dei rifiuti soprattutto durante le ore di maggiore affluenza nei locali della movida. Gli esercenti rappresentano una risorsa per l’economia di questa città e non possono continuare a pagare le spese di regolamenti e gestioni che presentano falle macroscopiche. Il sistema dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti messo a disposizione delle attività commerciali e di ristorazione si sta rivelando insufficiente a garantire le reali esigenze di smaltimento dei locali leccesi. Ormai è chiaro: i bidoncini non sono abbastanza capienti per contenere la mole dei rifiuti prodotta. A ciò si aggiunga la reale impossibilità da parte dei locali del centro storico di predisporre spazi interni adeguati a depositare questi bidoncini in attesa che vengano svuotati. Ed è impensabile chiedere ai titolari degli esercizi commerciali di sopportare ulteriori costi e prendere in fitto locali adeguati allo scopo’.
Alla fine come sempre la verità sta nel mezzo e bisognerebbe avere il coraggio di dirla tutta: questa amministrazione ha, come tutti, pregi e difetti. Ha saputo valorizzare e potenziare con adeguate politiche turistiche il’tesoretto’ricevuto dai predecessori ma le pecche nella gestione di un flusso oltre ogni aspettativa ci sono tutte, sono evidenti, sono sotto gli occhi di cittadini e vacanzieri.
I leccesi con il loro voto nel 2017 diranno la propria anche sull’azione amministrativa nel periodo estivo. E quella sarà la parola più importante.