Sperava di sbancare alle elezioni e di convincere Berlusconi a cambiare rotta. Le elezioni le ha sbancate, ma la rotta è sempre quella. Forza Italia è un partito di famiglia, non di popolo, dove contano le logiche aziendali del capo e non del leader, che come diceva una bellissima pubblicità è deciso dal basso (“Se sei un vero leader lo decidono loro”, recitava l'allora capitano della Juventus, Gianluca Vialli, fresco vincitore della Champions League).
Invece lo decide lui, Silvio Berlusconi, che, in base alle simpatie del momento, stabilisce i criteri del coordinamento politico del partito. Simpatie come quelle che emergono prepotenti nell’entourage del Cavaliere, dove si sceglie in base all’aspetto, alla presenza scenica, all’accento, alla parlata, all’eleganza, al modo di vestire, e non alle idee, all’intelligenza politica o ai voti. Certamente non in base ai voti e questo adesso lo ha capito anche Raffaele Fitto, il quale essendo un indomito combattente difficilmente mollerà l’osso, ma Berlusconi essendo il capo-fondatore-padrone e mecenate di Forza Italia sappiamo bene che non sarà disposto a cedere nulla.
Del resto Berlusconi è molto intelligente e conosce le qualità e i talenti dei suoi. Egli sa che Raffaele Fitto non è tipo a cui si può dire cosa fare e cosa non fare, una volta messo a capo del partito sarebbe lui a dettare la linea e curare la strategia politica.
Fitto è più incline a dargli gli ordini che a prenderli, e a Berlusconi questo non serve. Meglio sarebbe avere accanto un cane fedele, ma anche quello ce l’ha già.
E allora caro Fitto, di posto pare che non ce ne sia proprio. Forza Italia è un partito che ha già trovato il suo vero leader. Maestro di fedeltà e di compagnia, docile e amichevole; chi meglio di Dudù potrà dare a Forza Italia l’affidabilità di cui ha bisogno?