
Si è concluso con un nulla di fatto il vertice di ieri in Provincia che doveva decidere il futuro di un terzo dei dipendenti del Gruppo Palumbo. I cantieri della Regionale 8 restano bloccati e per gli operai si apre il baratro
Purtroppo non ci sono state sorprese o colpi di scena dell’ultima ora. Il secondo vertice in Provincia, nel giro di una settimana, che doveva decidere il futuro di circa un terzo dei lavoratori del Gruppo Palumbo, non ha avuto gli effetti sperati.
Ieri, infatti, alle ore 9 presso la sede della Provincia in Via Salomi, si sono ritrovate le sigle sindacali, Filea Cgil, Filca Cisl, Fenea Uil, i lavoratori del Gruppo Palumbo e l’azienda, la Leadri Srl, per discutere sulle proposte avanzate dai sindacati nel corso del vertice di lunedì scorso.
Le istanze avanzate sono state respinte e l’azienda non ha fatto alcun passo indietro, né sulla questione della Regionale 8, né sul licenziamento dei 51 dipendenti sul totale di 176 che lavorano per il colosso Leadri che ora è ufficialmente rimpicciolito.
La procedura è chiusa. Lettere in arrivo per gli sfortunati operai che saranno accompagnati verso il futuro loro e delle proprie famiglie solo con l’indennità di mobilità. Scade oggi la cassa integrazione, si spezza definitivamente la speranza di una cinquantina di persone che ora vedono aperte irrimediabilmente le porte del baratro.
I lavoratori lasciati a casa, in realtà, potevano essere 63 se l’amministrazione Palumbo, con a capo Mario, non fosse intervenuta per limitare i danni. Niente contratti di solidarietà e mobilità volontaria, quindi, come avevano consigliato i sindacati, l’amministratore si impegna al massimo a ricollocare entro dodici mesi i dipendenti licenziati. Questo, però, solo a patto che il cantiere della Regionale 8 riapra.
La questione della Lecce-San Foca ormai rappresenta un problema di difficile lettura e soluzione, se si considera che a venti anni dalla prima deliberazione si è ancora al primo lotto dei lavori. Dieci anni di contenzioso e lungaggini burocratiche non sono bastati e la spada di Democle che pende sulla riapertura del cantiere resta un annoso problema da risolvere.