Dovevano essere il fulcro per il rilancio delle politiche attive per il lavoro. E al tempo stesso dovevano essere il motore propulsivo per la pars costruens del reddito di cittadinanza che non si sarebbe dovuto limitare soltanto al riconoscimento di un assegno per uscire dalla palude dell’indigenza, del bisogno e della miseria. Stiamo parlando dei Centri per l’Impiego, tanto bistrattati e derisi, considerati incapaci di rispondere alla minima richiesta di lavoro da parte dei cittadini.
Navigator, Arpal, Cpi…tutte parole che devono essere riempite di significato per trasformarsi in strumenti utili alla ricerca di opportunità di lavoro sui territori. Non solo per i giovani!
Ma cosa possono fare se non diventare carrozzoni strutture che non hanno alcun mezzo tecnico per operare in un periodo in cui la tecnologia diventa fondamentale per affrontare le sfide del mercato del lavoro e abbattere ogni barriera?
Cosa possono fare se non diventare carrozzoni strutture spesso allocate in luoghi fatiscenti con personale non adeguatamente formato (che si è sentito e che forse è stato abbandonato a se stesso) in un periodo in cui la formazione continua diventa strategica in ogni settore?
Diciamo la verità, senza soldi, senza risorse economiche non si può rilanciare nulla, nemmeno i Centri per l’Impiego.
Ecco perché giunge proprio come una buona notizia l’arrivo di 26 milioni per i Cpi della Puglia da parte del Ministero del Lavoro.
L’annuncio viene dato da Tony Trevisi, consigliere regionale del M5S: «Il Ministero del Lavoro ha stanziato 26 milioni di euro alla Regione Puglia per il potenziamento infrastrutturale e logistico dei Centri per l’impiego, che permetteranno l’acquisto di nuove strumentazioni come stampanti e computer. Le buone notizie non finiscono qui; a fine ottobre verranno consegnati nuovi tablet, in modo da permettere ai navigator di avere a disposizione strumentazioni all’avanguardia. Stiamo realizzando la riforma del mondo del lavoro ed è fondamentale rilanciare i centri per l’impiego. Adesso, mi auguro che la Regione possa al più presto trasferire queste risorse all’Arpal».
Del resto senza questa fondamentale strutturazione tecnologica diventa difficile fare da ponte tra la domanda e l’offerta di lavoro che rischiano di viaggiare su due rette parallele che non si incontrano mai, senza alcuna connessione.

«Continueremo le visite ai Centri per l’Impiego iniziate nelle scorse settimane – conclude Trevisi – per incontrare i dipendenti e i navigator e confrontarci con loro, in modo da accoglierne le segnalazioni e risolvere le criticità che ci segnalano».