Audizione alla camera dei deputati ieri, presso la Commissione Agricoltura, ad opera del commissario straordinario per l’emergenza Xylella, Giuseppe Silletti. Quest'ultimo annuncia una notizia: i risarcimenti agli olivicoltori che hanno abbattuto i propri ulivi arriveranno probabilmente la prossima settimana. “Stiamo aspettando che gli interessati presentino una domanda con tutti i dati bancari e quant’altro per poter effettuare il versamento”. Fino ad oggi, sono state abbattute oltre mille piante su 3mila.
Il Piano procede, ma la malattia va avanti. Il batterio killer “galoppa” a ritmi serrati. Basti pensare che in un anno – cita qualche numero per quel che concerne i focolai di Trepuzzi – da 64 ulivi da abbattere, si è passati a circa 2mila piante infettate. “È un piano a fisarmonica – ha poi aggiungo – e gli abbattimenti indicano gli aspetti più importanti dell’operazione a cui l’Ue conferisce massima rilevanza". Non solo. Da sottolineare la centralità della ricerca scientifica per poter contrastare efficacemente la diffusione della malattia. Il problema, infatti, sta soprattutto nella drasticità della misura che prevede per un raggio molto ampio il taglio degli alberi sani in assenza di rimedi alternativi riconosciuti sul piano scientifico.
In questo quadro emerge con chiarissima evidenza la necessità di recuperare il ritardo accumulato nelle azioni di ricerca e, contemporaneamente, di ridefinire il perimetro della zona infetta e dell'area cuscinetto alla luce dei focolai accertati in agro di Brindisi. Con altrettanta chiarezza emerge l’urgenza di coinvolgere nelle azioni di contenimento e contrasto gli attori sociali colpiti dalla diffusione della patologia.
"È necessario un governo sociale e politico dell'intera vicenda se vogliamo aumentare l’efficacia degli interventi di contrasto”, scrivono in una nota stampa i parlamentari pd pugliesi Salvatore Capone ed Elisa Mariano. “Senza la collaborazione degli agricoltori, dei Comuni, delle popolazioni nessun piano rischia di raggiungere l’obiettivo del contenimento dell’infezione proprio perché le piante potenzialmente ospiti sono oltre 300”.
“D’altra parte spostare la barriera cuscinetto potrebbe consentire, già oggi – concludono – di evitare l’eradicazione nell’ambito dei cento metri e di attivare, sostitutivamente, un monitoraggio costante delle piante sane intorno ai focolai eradicati”.
La brutta notizia, però, è che al momento tutte le proteste avvenute nei giorni scorsi non hanno avuto l'effetto sperato.