Il futuro di Palazzo Carafa è nelle mani del Consiglio di Stato. Attesa per la sentenza


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Udienza finita, il futuro di Palazzo Carafa ora è tutto nelle mani dei Giudici del Consiglio di Stato che dovranno esprimersi sull’assegnazione del premio di maggioranza a Carlo Salvemini che si era imposto al ballottaggio con oltre il 54% dei consensi. Se dovesse confermare la decisione del Tar, il Primo Cittadino sarebbe”impossibilitato” ad amministrare potendo contare solo su 11 consiglieri di maggioranza contro i 17 di opposizione. Dovrebbe fare i conti, insomma, con la cosiddetta «anatra zoppa».

La discussione in aula è finita, ma bisognerà attendere ancora per conoscere la sentenza. Almeno ventiquattro ore.

«È andata bene, ritengo di aver discusso bene la causa – ha dichiarato l’avvocato Pietro Quinto – ma se hanno ritenuto di discuterla nel merito e di ipotizzare una sentenza in forma semplificata accettando la riduzione dei termini di solito questo è un segno favorevole».

All’udienza a Palazzo Spada dove è stato discusso anche il caso di Avezzano ha partecipato anche Mauro Giliberi che ha affidato a Facebook il suo pensiero: «Grazie ai nostri avvocati per il grande impegno. Hanno rinunciato ai termini a difesa sebbene l’atto di appello sia stato notificato 24 ore prima dell’udienza, al fine di ottenere una decisione in tempi rapidi. Comunque vada, pensiamo sempre al bene di Lecce».

Tre le strade possibili

I giudici di Palazzo Spada potrebbero confermare la sentenza del Tar di Lecce che, interpretando alla lettera il famigerato articolo 73 del Tuel, il Testo Unico degli Enti Locali, sulla base del principio “In claris non fit interpretatio”, aveva annullato la scelta della Commissione Elettorale guidata da Alcide Maritati di assegnare il premio di maggioranza alla coalizione che ha sostenuto Carlo Salvemini. Impossibile “anticipare” le conseguenze politiche di questo ribaltone.

Se il Consiglio di Stato dovesse invece confermare la decisione della commissione elettorale, il premio di maggioranza resterà nelle mani del Sindaco, che potrà continuare a governare forte dei suoi uomini. E il centrodestra, che ha disertato tutti i Consigli, dovrebbe tornare a sedere sui banchi dell’assise comunale riservati all’opposizione.

La terza strada, nemmeno tanto remota, è il rinvio della questione alla Corte Costituzionale, ma in questo modo i tempi diventerebbero davvero molto lunghi.