Per la tutela e la valorizzazione del Convitto Palmieri di Lecce sono in arrivo 8 milioni di euro (e 2,5 per l’abbazia di Cerrate) di finanziamenti derivanti dal Poin e dal Pac, nell’ambito di uno stanziamento complessivo per la Puglia di 113 milioni da destinare ai cosiddetti “attrattori culturali”. Soddisfatta il vicepresidente della Provincia di Lecce Simona Manca, che ha inseguito fortemente il finanziamento e ora punta a fare del Convitto un polmone culturale per il Salento e per l’intera Puglia.
“Sforzo evidentemente premiato – dichiara la vicepresidente – visto che quella di Palazzo dei Celestini è l’unica Provincia in Puglia a vedersi finanziati propri progetti, peraltro per l’intero importo richiesto, nel caso del Convitto il secondo in ordine di importanza sui 54 che otterranno questi benefici economici. Potremo fare così del Convitto Palmieri un autentico gioiello della cultura per tutta la Puglia.
La valorizzazione del Convitto Palmieri e di Cerrate – prosegue – sono punti di forza di tutta la politica culturale dell’amministrazione Gabellone e questo finanziamento ci rende fieri delle scelte fatte e del lavoro compiuto. Dal punto di vista squisitamente progettuale, in particolare per il Convitto, l’idea è quella creare un polo culturale aperto che ancora al Sud non esiste, magari sull’esempio della Salaborsa di Bologna. Un polo culturale che parta dal concetto di biblioteca moderna, cioè un centro con sezioni per il cinema, il teatro, la musica o la gastronomia, e che sia gestito con un modello pubblico-privato. Del resto, come già abbiamo cominciato a fare con il Fai per il complesso di Cerrate.
Ribadisco che la Provincia di Lecce ha fatto un gran lavoro sui progetti e per questo ringrazio gli uffici e i progettisti che vi hanno lavorato e che lavoreranno ancora per i bandi relativi da mettere a punto entro la fine di settembre, ma devo sottolineare l’apporto fondamentale della Regione Puglia e dell’assessore Angela Barbanente, dei Ministeri dei Beni Culturali e dello Sviluppo Economico, con l’impegno personale di Raffaele Fitto e Fabrizio Barca prima e l’accelerata decisiva di Massimo Bray dopo. Naturalmente li ringrazio tutti. E’ un esempio efficacissimo – conclude Simona Manca – di lavoro concertato e condiviso tra le istituzioni finalmente per il bene della cultura, comparto su cui negli ultimi anni in Italia purtroppo si è riversata un’attenzione letteralmente mortificante. E quindi per il bene di tutto il territorio, visto l’indubbio ritorno in termini turistici e occupazionali”.