Continuano a far parlare e discutere gli eventi spiacevoli che si sono verificati sabato pomeriggio scorso, 6 settembre, durante il corteo non autorizzato antifascista organizzato dal centro sociale di Lecce “Binario 68”. È di ieri la notizia, infatti, che la Procura del capoluogo salentino, nella persona del Dottor Cataldo Motta, ha provveduto ad aprire un’inchiesta per individuare i colpevoli degli atti vandalici compiuti.
Atti vandalici su muri e arredi urbani, lancio di bombe carta, divieto infranto di manifestare con il volto coperto e armati di bastone e spranghe: sono questi i reati contestati a coloro che hanno agito in totale inosservanza della legge e che ora si sta cercando di identificare grazie al corposo materiale video-fotografico acquisito dagli organi inquirenti.
Di questo si è parlato anche questa mattina durante il consiglio comunale che si è tenuto a Palazzo Carafa e che ha visto, in apertura, la domanda d’attualità presentata dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Pierpaolo Signore, a proposito dell’argomento. Signore ha chiesto di conoscere "se si intendono promuovere provvedimenti consequenziali, con la possibilità di far costituire il Comune come parte civile nel procedimento giudiziario apertosi, soprattutto al fine di chiedere il risarcimento dei danni subiti che verranno accertati dalla Procura”.
Positiva è stata la risposta del sindaco Paolo Perrone che ha dichiarato: “L'amministrazione comunale si costituirà parte civile qualora fosse incardinato il processo sugli atti consumatosi sabato". Il primo cittadino leccese poi ha continuato in questo modo: “Proporrò alla Giunta – ha proseguito Perrone – la costituzione di parte civile qualora venissero accertati i responsabili