Si torna a parlare di ecotassa e la provincia di Lecce espone tutte le sue motivazioni per cui ritiene che, il modo in cui è stata formulata dalla Regione Puglia, è assolutamente iniquo ed inapplicabile per i comuni salentini. A sostenere questa tesi ci hanno pensato il presidente della Provincia, Antonio Gabellone ed il Presidente dell’Ato Puglia Silvano Macculi, che questa mattina hanno convocato una conferenza stampa a Palazzo Adorno per illustrare i dettagli del loro pensiero.
“La politica ambientale del governo Vendola è assolutamente fallimentare e lo dimostrano soprattutto i risultati raggiunti uniti a questa assurda tassa”. Questo è l’attacco dell’assessore Macculi che non usa mezzi termini per classificare nella sezione “da rivedere” o “inammissibile” l’ecotassa e tutto ciò che può comportare per la nostra Regione, ma soprattutto per i comuni salentini.
Il presidente di Ato (Ambito Territoriale Ottimale, raccolta differenziata rifiuti) entra nel merito della vicenda e spiega: “risulta inammissibile l’inasprimento del tributo anche ai comuni virtuosi della provincia di Lecce. Ci sono delle amministrazione, infatti, che hanno raggiunto il 30 ed il 40% di copertura totale della differenziata e non è ammissibile che anche loro paghino 25 euro a tonnellata di ecotassa, come quei comuni che raggiungono a malapena il 5%. Questo succede perché il Presidente della Regione, o chi per lui, non fa la giusta distinzione che ci deve essere tra raccolta differenziata secca e quella dell’umido organico (scarti di cucina, avanzi di alimenti, escrementi di animali etc.) e colloca sullo stesso piano le due raccolte. Ma, la situazione dei comuni salentini non è uguale agli altri della Regione. Qui, infatti, anche chi volesse essere virtuoso dal punto di vista organico, non può permetterselo perché non ci sono nelle vicinanze impianti adatti allo smaltimento dell’umido (l’impianto di compostaggio), ma il più vicino si trova a Modugno. Lo smaltimento in quell’impianto comporta, per i nostri comuni, dei costi aggiuntivi ingenti, che vanno dai 120 ai 170 euro a tonnellata. A questo punto ad un comune converrebbe pagare l’ecotassa. Ma perché un Comune deve pagare per delle colpe non proprie? Perché il governo Regionale inasprisce una tassa, quando non ha posto i giusti presupposti per risolvere il problema?”
L’assessore Macculi, poi, continua ad esporre la propria tesi facendo un confronto con le altre Regioni: “Per risolvere la questione basterebbe che la Puglia prendesse esempio dalle altre Regioni. C’è chi ha rimodellato l’ecotassa verso i comuni virtuosi anche del secco, facendola gravare verso quelli che smaltiscono la maggior parte dei rifiuti direttamente in discarica”.
Le Regioni italiane, infatti, sono state classificate in base al criterio di pagamento dell’ecotassa regionale. L’unica promossa è la Regione Marche, perché è in vigore una norma regionale che prevede la modulazione del tributo speciale per lo smaltimento in discarica in base ad un criterio di premialità/penalità, basato sul superamento degli obiettivi di legge sulla percentuale di raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio: maggiore è il superamento e maggiore è lo sconto sull’ecotassa sulla discarica praticato ai comuni virtuosi. Molte altre regioni, tra cui la Puglia, sono state bocciate da Legambiente perché non è prevista nessuna norma regionale in merito.
E, proprio su questo Macculi puntualizza: “Tra le altre regioni italiane bocciate, come la nostra, il tributo da corrispondere a tonnellata è molto più basso. SI va infatti dai 10, 68 della Lombardia ai 5,17 del Piemonte e via dicendo. Solo in Puglia ed in Friuli è prevista una tassa così alta senza la norma regionale e questo è un altro dato che ci dà l’idea di quanto sia assurdo il modo in cui è stata formulata l’ecotassa pugliese”.
Gli fa eco il presidente Gabellone che dice: “Chiediamo un tavolo, un confronto reale ed aperto con il presidente Vendola o l’assessore Nicastro, visto che il Governatore dice di non occuparsi di queste vicende. Noi, come al solito, invece di fare speculazione politica, che in questo caso andrebbe a nostro vantaggio, sull’argomento vogliamo confrontarci e trovare una soluzione comune che vada bene per tutti. Questa è una tassa che grava in maniera ingiusta sulle famiglie pugliesi, ma soprattutto salentine e noi chiediamo una rimodulazione e che la Regione ponga rimedio ai suoi errori. Se questo non succede, si apriranno tutta una serie di contenziosi da parte delle famiglie che peggioreranno la situazione”.