‘Oggi ci siamo visti costretti ad allontanarci dal tavolo del centrodestra in corso che nuovamente si stava impantanando in ondivaghi criteri metodologici nella scelta del candidato a sindaco.
Crediamo che i cittadini abbiamo il diritto di tornare protagonisti anche per far sì che si possa accendere quel sentimento di destra che ha sempre caratterizzato Lecce.
In virtù di ciò, siamo disponibili a prender parte a qualunque tavolo di lavoro convocato per istituire tempi e modalità che permettano la convocazione delle PRIMARIE’.
Con un comunicato dai toni duri Sentire Civico prende le distanze dal tavolo di centrodestra e prova a farlo scricchiolare. Inconciliabili al momento le posizioni tra chi tenta di prendere tempo per scegliere il candidato a cui affidare le sorti della coalizione di centrodestra attraverso il dialogo tra le varie anime e chi non si fida più del potere di compromesso tra partiti e movimenti d’area e vuole dare la parola alla gente attraverso le primarie.
Nato male il tavolo del centrodestra sembra continuare peggio la sua missione. I ‘pezzi grossi’ non l’hanno mai riconosciuto e non l’hanno mai frequentato e i movimenti che tanto entusiasmo dimostrano all’interno delle mura amiche sembrano essersi smarriti nel momento del confronto sul terreno neutro.
L’impressione è quella della perdita di tempo che non porta nemmeno a serrare i ranghi, anzi spesso sembra essere l’ennesimo motivo che contribuisce a scavare il solco tra le varie individualità che pure sulla carta dicono di non volersi sottrarre al confronto.
Oggi è toccato a Sentire Civico sbottare, ma tante sono le dichiarazioni a microfoni spenti da parte dei partecipanti agli incontri del tavolo che trasudano di sfiducia.
L’impressione è che le dichiarazioni di Sentire Civico mettano il dito nella piaga e aprano ufficialmente l’aut aut: o il centrodestra ritrova per davvero l’unità dimostrando di voler vincere la corsa a Palazzo Carafa oppure ‘l’ordine sparso e la conseguente sconfitta’ sono dietro l’angolo.
Con buona pace dei tavoli unitari e delle primarie.