Meno di una settimana…e gli italiani saranno chiamati a votare con la legge che prende il nome dal capogruppo Dem alla Camera Ettore Rosato. Sul Rosatellum – che ha introdotto il sistema misto, proporzionale e maggioritario – è stato scritto e detto tanto per cercare di far capire agli elettori come comportarsi quando si troveranno vis-à-vis con la scheda elettorale, rosa per la Camera dei Deputati, gialla per il Senato. Due le novità novità: per la prima volta nella storia i 18enni voteranno anche per eleggere i rappresentanti da mandare a Palazzo Madama, la seconda è la riduzione del numero dei parlamentari: da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori.
I “fogli” contengono il nome del candidato nel collegio uninominale nel rettangolo in alto. Nella parte dedicata ai colleghi plurinominali, invece, sono riportati il contrassegno di ciascuna lista o coalizione di liste collegate al candidato del collegio uninominale.
Prima di tutto bisogna ricordare che si vota in un solo giorno: sarà possibile recarsi alle urne per il rinnovo del Parlamento che darà il via alla 19° legislatura della Repubblica dalle 7.00 alle 23.00. Come sempre, bisogna presentarsi al seggio con la tessera elettorale sul quale sarà apposto un timbro e un documento di riconoscimento valido.
Votare è semplice. Non è previsto il voto disgiunto per cui l’elettore potrà fare una croce sul nome del candidato all’uninominale oppure il simbolo di uno dei partiti. C’è una terza strada: si possono fare anche due segni: uno sul nome del candidato al collegio uninominale, l’altro su una lista che lo sostiene.
Le operazioni di scrutinio inizieranno subito dopo la chiusura dei seggi e proseguiranno senza interruzione. “Prima si procede all’accertamento del numero dei votanti e, subito dopo, si comincia lo spoglio delle schede del Senato; a conclusione di tale spoglio, si effettua quello delle schede della Camera dei deputati”, recita il sito del ministero dell’Interno.
L’incognita astensionismo
Il timore che gli indecisi decidano di restare a casa è molto alto. Nonostante i fiumi di parole spese e le promesse fatte, la distanza tra la politica e i cittadini non è ancora stata colmata. La disaffezione e la delusione nei confronti della politica (in generale) potrebbe essere determinante anche in questa tornata al punto da spingere i cittadini a pensare che non valga la pena scegliere i propri rappresentanti al Parlamento.