Sull’emergenza Xylella, il batterio killer che sta mettendo ormai da troppo tempo in ginocchio l’agricoltura salentina è stato detto e scritto tutto ma concretamente poco è stato fatto, se non nulla. Si è cercato di combattere su più fronti, tante le proposte che sono state messe sul tappeto per fronteggiare le difficoltà in cui si sono ritrovati olivicoltori e florovivaisti. Qualcuno prima o poi doveva sbottare. A fare da apripista è Copagri, stufa delle riunioni interlocutorie e dei comunicati stampa della politica che non portano mai a nulla «Per il senso di responsabilità che ha nei confronti dei propri iscritti, degli agricoltori e olivicoltori salentini e del Salento in generale, con il presente comunicato stampa Copagri rende pubblica la sua decisione di non partecipare più ad ennesimi incontri di carattere interlocutorio sul tema “Xylella”. Ormai siamo convinti che l’ultimatum nei confronti delle istituzioni e della politica per passare dalle parole ai fatti sia scaduto. Avvertiamo il dovere morale di non renderci corresponsabili nei confronti del mondo agricolo nella catena di ritardi che si stanno accumulando, e che sono vera e propria causa di danni economici e sociali per il Salento».
Il Presidente, Fabio Ingrosso non ci sta ad accettare senza riserve la decisione di sradicare gli ulivi, né accetta di buon grado la campagna propagandistica di tanta politica che ha cantato il peana dell’avvelenamento dei campi a fronte di erogazione di prodotti chimici per nulla pericolosi a detta di Copagri «Siamo stati i primi, inascoltati, tanti mesi fa, purtroppo, a portare avanti una posizione di equilibrio che finalmente è diventata patrimonio condiviso: gli alberi d’ulivo non devono essere eradicati senza criterio, bisogna condurre una lotta seria contro il vettore che diffonde il batterio, occorre utilizzare le giuste sostanze, quanto meno impattanti possibile contro l’ambiente e l’uomo e quindi bisogna finanziare le aziende che hanno perso gli alberi ai fini del reimpianto. È tanto triste leggere in queste settimane la discesa in campo di una politica inconcludente che ha soltanto cavalcato il tema dei cosiddetti “pesticidi a pioggia”, quasi che l’utilizzo di prodotti tipici a basso impatto sull’ambiente significasse avvelenamento dei terreni e delle acque. Incredibile che la politica, che con la gestione delle discariche ha sì avvelenato campi e pozzi, colga l’occasione per non entrare nel merito delle questioni, ma solo per trarne qualche minimo vantaggio elettorale».
Quindi parte il messaggio lanciato all’assessore, Fabrizio Nardoni a cui l’associazione di categoria salentina non rimprovera nulla se non lo scarso decisionismo degli ultimi giorni. La Regione deve assumersi il ruolo di guida così come ha chiesto «La Regione ha chiesto il ruolo di cabina di regia. Bene, lo faccia una volta per tutte. Senza indugi e senza balbettii. E soprattutto, dica chiaramente quante e quali risorse economiche ci sono da mettere in campo per l’acquisto di prodotti che devono combattere il vettore oltre che per il risarcimento delle aziende vittime degli espianti. Lo scarica barile non serve a nessuno; gli agricoltori non ce la fanno più e considerano le nostre associazioni, fino ad ora troppo responsabili, addirittura conviventi con la cattiva politica. A tutto c’è un limite Ed è incredibile che nessuno si renda conto, al di là delle vuote parole, dello stato di calamità in cui il Salento si trova».