Eradicare gli ulivi è sbagliato, la ricerca del prof. Scortichini lo dimostra


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La questione Xylella non riempie più pagine e pagine dei giornali? A far accendere nuovamente l’attenzione è il consigliere regionale del M5S  Cristian Casili a seguito dell’attività svolta dal Prof. Marco Scortichini, batteriologo di fama  internazionale e direttore dell’Unità di ricerca per la frutticoltura di Caserta, che ha reso pubblici i risultati di una importante ricerca su ulivi infetti da xylella fastidiosa. Quello che appare ampiamente dimostrato è che l’approccio eradicativo fin ora utilizzato sarebbe completamente errato.
 
La ricerca è ancora in uno stato preliminare, ma avrebbe già offerto importanti risultati su prove condotte in agro di Veglie, Galatone e Galatina.
 
Gli studi di Scortichini – dichiara il consigliere regionale del M5S  Cristian Casili – dimostrano che è possibile traslocare negli ulivi, sia giovani che secolari, un prodotto a base di miscela di rame e  zinco complessata ad acido citrico sotto forma di idroacido, bloccando  la proliferazione del batterio all’interno dei vasi xilematici e  fermando i disseccamenti fogliari. Tale metodologia – continua Casili  – è stata già con successo utilizzata da Scortichini ed altri  scienziati su altre batteriosi molto aggressive e su colture diverse;  e oggi è possibile applicarla su xylella fastidiosa. Agendo sulla  fisiologia dell’albero e sulla buona conduzione dei suoli, in  definitiva, questa ricerca dimostra come l’approccio di tipo  multidisciplinare, che abbiamo più volte richiesto, si dimostra  vincente nei confronti della batteriosi salentina”.
 
Risultati non di poco conto, quindi. “I dati preliminari di Scortichini, sia di campo sia di laboratorio,  hanno evidenziato una ripresa vegetativa delle piante infette da  Codiro. Da agronomo – conclude il consigliere regionale pentastellato   –  ritengo che non è più possibile perdere del tempo prezioso dietro  inutili e fallimentari strategie di eradicazione, pertanto chiederemo  con forza all'Europa insieme alla portavoce Rosa D'Amato, sempre  attenta alla problematica, di prendere atto dei risultati scientifici  di Scortichini per rivedere gli attuali metodi di controllo del  batterio”.

Insomma, che l'attenzione rimanga alta, perchè se di Xylella non si parla più, essa non è morta.