
L'esponente salentino del Partito Democratico, Stefano Minerva lancia la sua proposta: "chiediamo a tutti i comuni di adottare con adeguata delibera, la possibilità di riservare ai disoccupati un terzo delle nomine a scrutatore e un altro terzo ai giovani studenti inoccupati"
Originario di Gallipoli, segretario nazionale dei Giovani Democratici, giovane e carico di entusiasmo per la nuova sfida europea. Stefano Minerva ha festeggiato, ad inizio settimana, il suo ritorno in campo, dopo l’erronea estromissione dalle liste elettorali europee che aveva sollevato, a suo sostegno, una vera e propria mozione popolare trasversale. Il partito tutto, infatti, si era mobilitato affinché il suo nome venisse reinserito nell’elenco dei candidati. E così è stato. Entusiasmo, dunque, ma ora soprattutto impegno e voglia di portare una ventata di cambiamento.
Dalle parole ai fatti. Arriva la prima proposta concreta dell’esponente del Pd che riguarda la scelta degli scrutatori. Minerva dichiara: “In questo periodo di crisi, portare avanti dei progetti seri ed attuabili deve essere un obbligo nei confronti di coloro che oggi vertono in condizione di difficoltà economica. La politica deve attivarsi per trovare delle soluzioni rapide e innovative, quello che voglio proporre non è una soluzione definitiva al problema lavoro, ma vuol essere un modo per dimostrare quel che per noi significa politica attiva”.
Poi, arriva la proposta concreta: “Per le consultazioni elettorali del 25 maggio 2014, quindi, chiediamo a tutti i comuni e ai loro uffici elettorali di adottare con adeguata delibera, la possibilità di riservare ai disoccupati un terzo delle nomine a scrutatore e un altro terzo ai giovani studenti inoccupati. L’ultimo terzo riguarderà tutti gli iscritti all’albo degli scrutatori, al di là della loro situazione occupazionale, nel rispetto del principio di rappresentatività”.
Stefano Minerva, infine, dichiara: “La mia proposta è rivolta a tutti gli amministratori del nostro territorio. E’ giunto il momento da parte della politica di farsi carico della problematica del lavoro, che attraverso questi piccoli gesti non la risolve, può però avere l’occasione di dimostrare una sensibilità che troppe volte sembrava e sembra accantonata. E’ giusto e lo è ancora di più nel mezzogiorno d’Italia colpito dalla crisi economica e sociale profonda che la nostra generazione e le nostre famiglie hanno conosciuto”.