Una questione che dura da anni alla quale sembrerebbe dirsi la parola fina. Arriva il via libera ai lavori nell’area dell’Ex Caserma Massa. Il Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce, infatti, ha accolto il ricorso presentato dal dall’ente di Palazzo Carafa contro una serie di prescrizioni per la tutela del sito archeologico adottate dalla Direzione regionale della Soprintendenza per i Beni archeologici che di fatto bloccavano l’avvio dei lavori nell’area della ex Caserma Massa per la realizzazione di un parcheggio e di alcuni uffici.
In particolar modo nella sentenza si definisce“illegittimo”il mutamento di orientamento da parte della Soprintendenza in merito a questa vicenda e viene dichiarato “inammissibile” l’intervento ad adiuvandum del Comitato per la Tutela dell'area ex Massa-Santa Maria del Tempio.
È stato accolto, ripetiamo, il ricorso promosso dal Comune di Lecce e annullati di conseguenza tutti gli atti impugnati. “Ad ulteriore conferma della legittimità del provvedimento impugnato come correttamente rilevato dal Comune, non può non osservarsi come nella nota del giugno 2014 la Direzione regionale della Soprintendenzanon abbia affermato la ‘necessità’ della nuova soluzione progettuale richiesta rispetto a quella precedentemente operata, ma si sia limitata ad evidenziare la mera ‘preferibilità’, concetto piuttosto vago, a maggior ragione se si considerano gli effetti derivanti da tale decisione”, si legge in un passaggio della sentenza.
A rappresentare il Comune di Lecce è stato l’avvocato Elisabetta Ciulla.
Immediata la soddisfazione da parte dell’Assessore ai Lavori Pubblici del capoluogo, Gaetano Messuti che, in una nota stampa, ha dichiarato: “I motivi del ricorso da parte del Comune di Lecce erano dettati esclusivamente dalla necessità di avere una chiarezza amministrativa su questa vicenda, capace di sgomberare i dubbi in maniera definitiva dopo i numerosi pareri discordanti espressi sull’area in questione che avevano finito per alimentare confusione e incertezze, generando un evidente status quo. Per questa ragione abbiamo accolto con grande soddisfazione le decisioni dei giudici del Tar che hanno riconosciuto le ragioni dell’Amministrazione Comunale. Finalmente questa grande opera potrà essere realizzata a servizio della città e a costo zero visto che sarà a totale carico del privato. Potremo così rimarginare una significativa ferita urbanistica creando una cintura di collegamento tra la parte vecchia e nuova della città, valorizzando un’area che da troppi anni attende di essere riqualificata. Ora non resta che approvare il progetto esecutivo e avviare i lavori”.
Ad intervenire sull’argomento anche il Consigliere Comunale di Palazzo Carafa, Carlo Salvemini: “Secondo i giudizi le prescrizione espresse al fine di consentire la tutela dei manufatti rinvenuti durante l’attività di scavo potevano essere già formulate nel precedente parere; ed inoltre non è stato puntualmente precisata la necessità di una nuova soluzione progettuale ma solo evocata la sua preferibilità.
Insomma per il TAR non è più tempo di prevedere interventi utili a migliorare la qualità progetto, che si dovevano indicare alla Ditta De Nuzzo sin dal 2012.
Ora sia aprono davanti all’Amministrazione due strade per stabile quale è il modo migliore di tutelare l’interesse della città ossia risolvere una questione da trenta anni sospesa: dare una funzione e un significato pubblico ad un vuoto urbano e confermare l’idea di un mercato popolare nel centro della città.
La prima è quella di partire dalla sentenza odierna e quindi ignorare le indicazioni utili a migliorare la qualità del progetto. Posizione legittima ma che potrebbe farci perdere un’occasione ed esporci al rischio di un appello da parte della Soprintendenza con ulteriore dilazione dei tempi.
La seconda è quella di verificare con la De Nuzzo la possibilità di adempiere alla prescrizioni e di rivedere contestualmente i contenuti della convenzione, per garantire alla stessa l’equilibrio economico finanziario imprescindibile in un operazione di project financing.
Ricordo, infatti, che, in caso di varianti imposte da altri enti e di rinvenimenti non prevedibili, si può prevedere la revisione della concessione ai fini di nuove condizioni di equilibrio mediante accordo tra le parti (art.19 e 20).
C’è ancora la possibilità di rideterminare la durata della gestione del parcheggio, allungandola ulteriormente se – come si sostiene – il numero dei posti auto ne risulterebbe compromesso; oppure ridurre i metri quadri di superficie che la ditta cede al Comune (attualmente mercato rionale; – una serie di box interrati – uno spazio pluriuso – una sala Belvedere – recupero della tettoia liberty).
Quello che è stato chiesto dalla Soprintendenza non è infatti uno stravolgimento del progetto proposto. Ma una sua opportuna integrazione che il Comune, proprietario dell’area, committente e promotore del project financing, ha tutto l’interesse di considerare: ampliare l’area del camminamento pedonale lungo il perimetro della demolita Chiesa di Santa Maria del Tempio, al fine di assicurare la massima conservazione e leggibilità; dotarsi di un progetto conservativo e di protezione dei resti archeologici; prevedere uso del verde più marcato in luogo delle superfici pavimentate.
Quello che la città deve porsi come obiettivo è – ribadiamolo – non solo procedere ad una riqualificazione lungamente attesa, ma avere l’ambizione di dotarsi di uno progetto di spazio pubblico adeguato al valore storico di quell’area nel cuore di Lecce.