Ex Lsu: riprende l’anno scolastico, ma il futuro resta un mistero


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Inizia il nuovo anno scolastico ma la confusione regna ancora sovrana per gli ex Lsu ATA che stanno riprendendo servizio nelle scuole con non poche difficoltà visto che il piano “scuole belle” non decolla come dovrebbe, disattendendo le aspettative create con l’accordo del 28 marzo 2014.

Un piano che anzi sta solo ulteriormente producendo insicurezza e peggioramento delle condizioni lavorative agli 11mila ex Lsu (per la maggior parte donne sopra i 50 anni di età) costretti a doversi “riqualificare” da operai pulitori ad “operai manutentori” con corsi di formazione in alcuni casi inesistenti o fatti in fretta e furia, costretti a subire periodi prolungati e spesso ancora non retribuiti di cassa in deroga, ferie forzate con un addebito di ferie che ha generato un monte ore da dover poi recuperare con la banca ore e che rischia di incidere economicamente sui tfr dei lavoratori nel caso di eventuali sub-appalti con altre aziende.

Per non parlare poi ultimamente delle disposizioni di alcune aziende che stanno nuovamente attuando una riduzione oraria forzata e non retribuita. Tutto molto confuso, tutto terribilmente incerto e legato ad un doppio filo di lana (quello legato alla decisione della Dussman, azienda appaltatrice e quello legato alle decisione del Governo centrale), un filo che rischia di spezzarsi in ogni momento e che in questo momento vede alcuni lavoratori, pochi a dir la verità, che lavorano regolarmente ed altri che lo fanno poco e male (non per colpa loro ovviamente) e lo fanno in orari mai prestabiliti e spesso scomodi (sabato o domenica per esempio). Alcuni di loro non ricevono stipendi da fine giugno quando li è pervenuto l’ultimo acconto della misera cifra di 300 euro.

Una situazione che esaspera questa gente da troppo tempo e che costringe loro ad alzare la voce, a farsi sentire e a presidiare nuovamente, come è successo questa mattina, la sede della Prefettura leccese per cercare di avere rassicurazioni dalle istituzioni. Al loro fianco F.S.I. la sigla sindacale indipendente che, ormai, sembra essere l’unica ancora di salvataggio per questi lavoratori e l’unica sigla sindacale realmente al loro fianco. Altro bersaglio degli ex Lsu, presenti questa mattina in Prefettura, infatti, sono le sigle sindacali confederali (Cisl, Cgil, Uil) rei, a loro dire, di aver fatto accordi sottobanco con Governo, il Ministro Poletti e le istituzioni e di aver abbandonato la maggior parte dei lavoratori per andare a vantaggio di quei pochissimi che svolgono le loro mansioni regolarmente e ricevono regolarmente il loro stipendio.

Il lavoro è l’unica cosa chiesta da questa gente che non vuole soldi per restare a casa, ma vuole vedersi restituito il diritto al lavoro, alla dignità, al sentirsi utili alla società per poter portare onestamente un tozzo di pane nelle proprie case per sfamare i propri figli. Con l’incertezza che regna sovrana e la paura di “tagli” sempre dietro l’angolo, resta la speranza, ma di questi tempi potrebbe non bastare più.