Forza Italia. Toti: «Ci vuole aria fresca». Fitto «Sì, ma l’aria condizionata fa male»


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Erano in tanti a chiedersi quando sarebbe arrivato il primo confronto-scontro tra Giovanni Toti, neo consigliere politico di Berlusconi e Raffaele Fitto, leader dei lealisti, un tempo pupillo del Cav e forse ora non più.
E  l’incontro-scontro c’è stato, fatto di qualche battuta e punzecchiatura. A scatenarlo un’intervista al Corriere della Sera dell’ex direttore del Tg4 e di Studio Aperto che si è lanciato in un’analisi politica a tutto campo: il governo Letta è troppo debole, come ha dimostrato la tiepidissima legge finanziaria; Berlusconi e Renzi sono gli unici leader politici credibili; sarebbe il caso che i due si mettessero insieme in un governo di scopo, perché no con Matteo premier, per varare finalmente una riforma al riparo del Vietnam degli emendamenti che si sta scatenando in parlamento, per poi dividersi e andare finalmente al voto su fronti opposti.
Mica  da poco le osservazioni di Toti al quale i big di Forza Italia rimproverano la lontananza dal confronto quotidiano con i cittadini elettori ed una conoscenza soltanto giornalistica della complessa macchina partitica e politica. E così dapprima Paolo Romani e subito dopo Raffaele Fitto hanno smontato il “castello totiano”.

«Lo dico brutalmente: non me ne frega niente degli incarichi, di fare il segretario o il coordinatore unico: mi interessa esserci quando Berlusconi chiede di far entrare aria fresca in un partito che – con un allargamento a persone nuove senza alcuna rottamazione – deve competere con il Pd che il suo cammino di rinnovamento lo sta facendo a grandi passi». È proprio  sulla necessità di respirare aria fresca l’ex ministro magliese ci ha scherzato su: «L’aria fresca va bene e fa bene. Invece fa male l’aria condizionata. E in politica, l’aria fresca arriva con la partecipazione, le idee e il consenso». 

Lo scontro tra i due, per certi versi, non solo è e sarà prevedibile ma rappresenta un caso di scuola. Il neofita carico di entusiasmo che si presenta all’organizzazione già costituita con idee nuove e slanci ottimistici e di plenipotenziari, con tanta   gavetta ed esperienza sulle spalle che lo stoppano spiegandogli in tutte le lingue ed in tutte le salse che se non si conosce la realtà concreta è difficile mettere in atto idee avveniristiche. Certo, far passare lo scontro tra Toti e Fitto come uno scontro tra il nuovo ed il vecchio è un po’ azzardato essendo i due quasi coetanei (anzi ad onor del vero Fitto è pure più giovane di un anno) ma è innegabile che il salentino stacca il viareggino dall’alto dei suoi venti anni di militanza politica in prima linea.
Sarà interessante, tuttavia vedere quanto Toti, benché presidenzialmente spalleggiato saprà resistere ai malumori delle vecchie volpi forziste che difficilmente lasceranno  libera la corsia preferenziale per farsi superare sulla strada che porta ad Arcore dal nuovo arrivato.