Le criticità che vivono gli agenti di polizia penitenziaria sono ormai note e putroppo sono più d’una. Le problematiche vengono quasi quotidianamente segnalate alle Istituzioni preposte – oltre che alla stampa – ma lo stato delle cose fatica a cambiare.
Se ieri la divisa di un agente prende fuoco perché realizzata con materiale giudicato scadente, oggi si parla di qualcosa di altrettanto grave: i poliziotti non vengono inviati da tempo presso il poligono di tiro al fine di effettuare le esercitazioni che sarebbero fondamentali per lo svolgimento dell’attività in tutta sicurezza.
Così, la segreteria provinciale OSAPP di Lecce, quale organizzazione maggiormente rappresentativa della categoria, in queste ore denuncia lo stato preoccupante e allarmante del mancato invio dei poliziotti penitenziari della casa circondariale di Lecce e del nucleo interprovinciale traduzioni e piantonamenti di Lecce e Brindisi presso i poligoni per l'esercitazione ai tiri a fuoco, sia dell'arma individuale che quelle di reparto. A ciò si aggiunge anche il mancato invio presso il medico del lavoro (ex Legge 626) per il controllo dello stato psicofisico degli operanti.
In base ad alcune segnalazioni, gli agente pare non vengano inviati presso i poligoni di tiro da oltre un decennio, e al medico del lavoro da circa 7 anni.
“Questa situazione – si legge nella nota sindacale inviata al prefetto Claudio Palomba oltre che ad altri Rappresentanti istituzionali- compromette l'operatività degli stessi poliziotti, sottoponendo gli stessi a rischio di sicurezza personale e pubblica”.
E ancora “chiediamo e ci chiediamo se tutto ciò sia ancora tollerabile e se sia possibile ancora oggi che non siano state prese iniziative in merito, anche alla luce della situazione nazionale e internazionale del contrasto al terrorismo”.
Ci sono agenti che non si esercitano da anni “compromettendo di fatto eventuali interventi armati come quello, per esempio, avvenuto nel corso dell’evasione di Fabio Perrone dal nosocomio leccese". E per quanto riguarda l'invio al medico del lavoro? L’OSAPP mette sotto la luce i tanti casi di suicidio da parte di poliziotti penitenziari. "Tutti sanno, ma nessuno si chiede il come e il perchè” scrive il sindacato.