Il ‘repulisti’ di Decaro. Il centrosinistra di Puglia si prepara alle elezioni rottamando il suo passato


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A pochi mesi dalle elezioni regionali di Puglia nel novembre 2025, la scena politica è in subbuglio, ma non per mano del centrodestra, ancora in alto mare nella ricerca di un credibile candidato governatore. La vera scossa è arrivata da sinistra, con una mossa a sorpresa che ha scompaginato gli equilibri interni alla coalizione di centrosinistra partendo dal Partito Democratico per arrivare ad Avs e abbattendosi pesantemente sul movimento civico.

L’artefice di questo “repulisti” è Antonio Decaro, candidato Governatore del Pd, che in poche settimane ha fatto quello che i suoi avversari non sono riusciti a fare in anni: dare il benservito a ingombranti figure del passato con l’intento di rinnovare partito e coalizione.

Il primo a cadere sotto la scure del rinnovamento è stato Michele Emiliano. Dopo anni di governo, l’ex presidente della Regione si trova ora ai margini, con Decaro (quel Decaro che Emiliano ha voluto e imposto come sindaco di Bari) che ha palesemente preso le distanze dalla sua gestione. Stessa sorte per Alessandro Delli Noci, l’ex assessore che ha visto chiudersi le porte del futuro politico che sembrava assicurato: la sua candidatura è stata bollata come ‘inopportuna’.

E la lista, a quanto pare, non finisce qui. Si vocifera che anche Nichi Vendola, l’ex governatore che ha segnato un’era, sia nel mirino del nuovo corso, destinato a un’uscita di scena che sembrava impensabile fino a poco tempo fa. Lui, Nichi, resiste, resiste e resiste, difeso dai segretari nazionali Fratoianni e Bonelli al motto ‘a casa nostra le liste le decidiamo noi…‘ ma è del tutto evidente che le considerazioni di Decaro azzoppino il rientro in scena dell’ ex presidente.

Il giudizio di Decaro sul ventennio di governo a guida Vendola-Emiliano appare essere chiaro e senza appello: una gestione che, a suo dire, ha esaurito il suo slancio propulsivo e che ha bisogno di un radicale cambio di passo. Una rottamazione che non è indolore.

Emiliano, Vendola e Delli Noci non l’hanno presa bene e chi ha fatto parte del loro cerchio magico nemmeno. Il parlamentare Stefanazzi ha bollato questo repentino cambio di rotta come ‘la rottura di un patto‘. Il malumore serpeggia tra i corridoi dei partiti e dei movimenti civici: in molti, con risentimento, accusano Decaro di aver sfruttato il consenso e l’appoggio dei ripudiati finché gli è stato utile, per poi voltare loro le spalle e denigrarli.

Eppure il tentativo esuberante di Decaro, fresco di un bagno oceanico di consensi alle scorse elezioni europee, di presentare un volto nuovo e credibile del centrosinistra agli elettori pugliesi, ultimamente stanchi di vecchie logiche e scandali che hanno spesso macchiato l’immagine della politica dello Stivale, sembra piacere più fuori che dentro alla coalizione data in vantaggio nei sondaggi, un vantaggio davvero consistente. Quasi inscalfibile. La domanda tuttavia ha un sua logica: questo “repulisti” avrà l’effetto sperato o si tradurrà in una spaccatura interna che finirà per avvantaggiare il centrodestra?

La situazione è fluida e le prossime settimane saranno decisive per capire se il centrosinistra, con la sua nuova linea, riuscirà a conquistare la fiducia dei pugliesi o se le vecchie ruggini finiranno per pesare sulla sua campagna elettorale.

Mentre a sinistra si consuma il dramma della rottamazione, a destra il silenzio è assordante. Il centrodestra, infatti, non ha ancora trovato un candidato unitario in grado di competere con il nuovo Pd di Decaro. Una debolezza che potrebbe costare cara, soprattutto in un momento in cui l’elettorato pugliese sembra pronto a premiare chi saprà presentare un progetto politico credibile e rinnovato. Insomma, se ne vedranno delle belle… Intanto il vero duello, a quanto pare, non è tra destra e sinistra, ma è tutto all’interno della stessa sinistra. A destra si preferisce dormire.