In Francia trionfa la destra di Le Pen. «Quella che manca in Italia» secondo Adriana Poli Bortone


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L’Italia prenda spunto dal risultato raggiunto dal Front National di Marin Le Pen in Francia trovando «una formula unitaria che possa nuovamente rappresentare la destra». L’auspicio arriva da Adriana Poli Bortone, presidente di Io Sud

Un risultato sotto certi aspetti atteso ma comunque storico quello della partita delle amministrative giocata in casa francese: l’estrema destra di Marin Le Pen ha fatto registrare un boom di consensi, soprattutto se paragonati alla debacle dei socialisti di Francois Hollande, forse dovuta dalla bassa popolarità del presidente francese che si attesta al 37%, dietro il centrodestra “moderato”. Sebbene anche al di là dei confini italiani a “vincere” pare sia stato soprattutto l’astensionismo (il 39%, un record non essendo mai stata così alta), numeri alla mano, è un dato innegabile che a fare la parte del leone, soprattutto al sud, sia il Front National che ha conquistato il primo posto in città impreviste. Un 5% a livello nazionale forse poco significativo ma che ha dell’incredibile se si considera che il partito di Le Pen si era presentato da solo in quasi 600 comuni sugli oltre 36mila. Il successo, infatti, va visto in chiave locale dove i risultati dimostrano come l’ultra destra sia riuscita a costruirsi un vero radicamento territoriale e sia ormai un protagonista stabile della scena politica.

Proprio per questo, l’eco dell’esito delle amministrative francesi si è sentito forte anche in Italia, alimentando un dibattito acceso. La prima a commentare il risultato oltralpe è stata Adriana Poli Bortone, presidente di Io Sud e portavoce del Movimento per Alleanza Nazionale. «Vince in Francia una destra chiara e inequivocabile in tema di lavoro, immigrazione, famiglia, economia, rapporti con l'Europa. Proprio quello che manca ancora in Italia –ha dichiarato la Poli Bortone- dove l'assenza di un partito come è stato Alleanza Nazionale si fa fortemente sentire. L'auspicio è che prima delle elezioni europee si ritrovi anche in Italia una formula unitaria che possa nuovamente rappresentare la destra».

Anche Fabrizio Camilli, presidente di Salento Europa, ha paragonato il successo della destra francese alle ultime amministrative all’attuale situazione del centrodestra italiano. 

«L'affermazione della destra in Francia – ha dichiarato Camilli- suona come un campanello rivelatore nel panorama politico italiano, laddove la destra si è di fatto sbiadita ed ha cercato confusamente la legittimazione andando ad affollare quella che un tempo era l'area naturale della democrazia cristiana e del partito liberale italiano»
«Spesso essere di destra in Italia ha significato eccessi poco riconducibili alla nostra storia culturale salvo poi andare a cercare comodi inserimenti in quel contenitore magistralmente gestito da Silvio Berlusconi che ha saputo coniugare le esigenze del cattolicesimo liberale con le spinte innovatrici delle frange più vicine al progressismo modesto, senza dimenticarsi qualche nostalgia storico-filosofica che ha fatto da collante per i tanti piccoli gruppi di nostalgici più estremi. La caduta di Berlusconi dall’ olimpo e il conseguente disfacimento dell'area politica di riferimento, – continua il presidente di Salento Europa – evidenzia come si sia costruito tutto sull’ uomo e poco sul dettato politico». «Come tanti personaggi in cerca di autore di pirandelliana memoria, oggi nel centrodestra assistiamo alle autoproposizioni celebrative, mentre si può tranquillamente osservare come dall'alveo del centrosinistra emerga un nuovo decisionismo di berlusconiana fattura che tende ad assorbire le migliori intelligenze che un tempo non molto lontano avevano contribuito nelle periferie nazionali alla nascita ed alla crescita di quel movimento ideale che fu Forza Italia»

Sul futuro del centrodestra italiano, Camilli ha qualche dubbio: «Se ci sarà mai più un centrodestra competitivo non è dato saperlo, ma in termini contemporanei possiamo solo prendere spunto dalla trasformazione generale dell’intero sistema politico, laddove destra e sinistra rimangono concetti vuoti e vengono sostituiti, dialetticamente parlando, dai laburisti e progressisti nei quali, paradossalmente, ognuno di noi potrebbe trovare tranquillamente collocazione essendo decisamente ampie e ben definite le connotazioni delle aree ideologiche».