Incontro in Prefettura sul destino di Omfesa: costituita una Conferenza permanente


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Ci eravamo lasciati con gli operai della ditta Omfesa di Trepuzzi lungo via XXV Luglio, poche settimane fa, in cerca di risposte circa il proprio futuro lavorativo. A Febbraio 2016, infatti, scadranno gli ammortizzatori sociali per un altro gruppo di dipendenti. Il tempo stringe ed emerge la necessità di far fronte allo spettro della disoccupazione. Stamattina, a tal proposito, è avvenuto l’incontro tanto atteso in Prefettura per fare un attimo il punto della situazione. Presente anche il deputato parlamentare PD, Salvatore Capone, che in una nota stampa, molto fortunatamente, lascia intravedere qualche speranza:“Ottimo il percorso intrapreso stamane in Prefettura a proposito della vertenza Omfesa, con la costituzione di una Conferenza permanente e l’obiettivo di delineare innanzitutto un quadro quanto più esatto e completo dell’intera vicenda per poter individuare risposte credibili, attuabili, definitive”.

Già da tempo, infatti, il governo s’impegnò nel mettere in piedi un’attività di scouting. L’obiettivo? Semplice: individuare una realtà imprenditoriale che possa rilevare la società salentina, prendendo in causa le commesse e riattivare il processo produttivo. In tal modo, numerose famiglie potranno tornare a vivere con uno stipendio e, magari, delle prospettive migliori. “Ho sempre sostenuto la necessità di un rilancio dell’azienda – continua Capone – perché il sapere di quelle maestranze e la grande esperienza maturata sul campo non si disperdesse. Purtroppo non è accaduto nonostante molteplici sforzi in questa direzione. Mi auguro che stavolta, con l’impegno di tutti, si riesca a individuare una strategia per la rinascita di Omfesa”.

Come anticipato in apertura d’articolo, lo scorso 28 Ottobre venne effettuato un simbolico sit-in nel quale alcuni operai bloccarono pacificamente uno dei punti nevralgici del traffico leccese. Parlando con uno di questi, la redazione di Leccenews24.it ne ascoltò la storia.

E alla fine pose lui una domanda:“Sapete cosa vuol dire morire di fame?”. Si spera, adesso, che dopo il tavolo odierno costui – e forse altri – non debbano più porsi quesiti del genere.