La riforma delle Province? Una barzelletta che puzza di inganno


Condividi su

Risparmio vero o illusorio? Nessuno ha dubbi, è stata solo una farsa. Lo dice con toni decisi il noto avvocato amministrativista Pietro Quinto, principe del foro leccese, intervenuto ieri a Monteroni in un dibattito sul tema della riforma delle Province organizzato dal Comune su input del sindaco Lino Guido. Il consigliere Massimo Lorenzo ha chiarito i contorni della questione affidando gli ospiti alle cure di Marco Renna che ha moderato il dibattito.
Ospiti della serata insieme all’avvocato Quinto, il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone e il presidente del Movimento Regione Salento Paolo Pagliaro.

La riforma non ha migliorato nulla anzi ha confuso le idee a tutti – ha commentato Pietro Quinto, ma soprattutto ha la colpa di avere escluso i cittadini, e il primo livello democratico, dai giochi. Il 12 ottobre si andrà a votare per il rinnovo delle rappresentanze provinciali, ma la popolazione è fuori, voteranno solo gli amministratori; sindaci, consiglieri comunali e consiglieri provinciali uscenti. Molta gente non sa nemmeno che fra pochi giorni si andrà a votare per la Provincia.
E proprio chi ha guidato l’ente in oggetto in questi ultimi 5 anni, e cioè Antonio Gabellone, ha esposto il suo pensiero partendo dalla logica secondo la quale ai tentativi di dialogo dei territori salentini, uniti fra Lecce, Brindisi e Taranto per fare massa critica, non è corrisposta una eguale capacità di dialogo da parte dei governi nazionali che si sono succeduti negli ultimi anni, e che, invece, mossi dalla smania di alleggerire e contenere la spesa pubblica hanno preferito far finta di tagliare, senza risparmiare di fatto nulla ma lanciando fumo negli occhi ai cittadini.

Un fumo che ha cercato di diradare, nel suo applauditissimo intervento, il presidente del Movimento Regione Salento Paolo Pagliaro, fondatore del movimento autonomista che da anni si batte contro il cosiddetto baricentrismo pugliese di regione e capoluogo. Pagliaro svela un retroscena risalente ai tempi in cui svolgeva presso il Ministero la funzione di consigliere del Sottosegretario agli affari regionali Walter Ferrazza, suo collega di partito del Mir.

Un giorno, racconta Pagliaro, fui chiamato dal Ministro Del Rio, vero artefice di questo pastrocchio della fantomatica riforma, il quale mi disse limpidamente che il Governo non poteva non fare quel passo, e che il depotenziamento delle Province avrebbe dovuto portare alla previsione di un certo numero di città  metropolitane. E perché tutto questo? Candida la risposta: perché le più importanti e grandi città italiane sono governate da sindaci di centrosinistra, e quindi non si toccano le Regioni che sono quasi tutte governate dal centrosinistra mentre si possono abbattere le Province che sono ancora in gran parte governate dal centrodestra.

Insomma davvero una bella riforma.