Il primo cittadino ha scritto al Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, per chiedere un incontro urgente in cui definire lo stato di attuazione dell'accordo di riconversione industriale sottoscritto per i lavoratori dell'ex "Manifattura Tabacchi"
A seguito della decisione di Bat Italia di delocalizzare le proprie produzioni in altri contesti , il 12 dicembe 2010, presso il Ministero dello Svilpuppo economico, venne predisposta con le Organizzazioni Sindacali nazionali la ricollocazione delle unità lavorative interessate attraverso un accordo di riconversione industriale.
Il patto prevedeva la ricollocazione dei lavoratori in tre realtà aziendali, HDS (attiva nel settore terziario di Multiservice) per 22 addetti, Korus SpA (attiva nel settore manifatturiero edile) per non meno di 65 addetti, Iacobucci MK (attiva nel settore manifatturiero aeronautico per la produzione di componenti/accessori di velivoli) per 165 addetti, che la Bat aveva individuato sul territorio nazionale per una compiuta ed efficace ricollocazione.
Anche se quanto previsto nell’accordo venne formalmente definito da Bat Italia (i lavoratori sono stati contrattualizzati), nel corso di questi tre anni, su segnalazione delle organizzazioni sindacali territoriali, sono state registrate significative criticità nell’avvio delle attività di produzione delle aziende dei lavoratori in esubero.
Per queste ragioni il Sindaco Paolo Perrone, dopo aver raccolto qualche giorno fa le ennesime segnalazioni da parte dei lavoratori, ha chiesto al Ministro un incontro urgente finalizzato a comprendere lo stato delle cose.
Sulla questione interviene Lucio Iacobucci, amministratore delegato della Iacobucci MK srl. “Credo nell’azienda, ai miei dipendenti dico: credeteci anche voi, altrimenti non andremo da nessuna parte”: è l’appello che l’amministratore delegato rivolge ai 12 lavoratori che da ieri occupano lo stabilimento di Lecce, bloccandone la produzione. “Dopo un periodo di flessione nelle commesse , a causa della crisi , e la conseguente cassa integrazione dei miei operai, stiamo finalmente ripartendo . Bloccare l’azienda proprio ora è un autogol clamoroso, significa che qualcuno non vuole la nostra presenza sul territorio, o forse e' infastidito dal successo della riconversione. Capisco le preoccupazioni dei lavoratori ma io, in questa azienda, ho investito non solo soldi, ma soprattutto la mia credibilità”.