La presentazione del Piano sociale di Zona 2014/2016 avviene a Lecce in un clima caldo, dopo la morte dei due clochard in via Taranto e le successive querelle.
Paolo Perrone, in apertura di conferenza, ha detto basta alle polemiche sorte sulla stampa a seguito della tragica fine di Dino e Veronica, basta alle polemiche politiche. “Il nostro diretto interlocutore è soltanto la Regione – ha affermato il primo cittadino – al fine di trovare una reale ed efficace sistemazione per i senzatetto”.
Dalle pagine di un noto quotidiano locale il consigliere Carlo Salvemini, ha invocato il reperimento delle risorse proprio dal Piano sociale di Zona 2014/2017, approvato in Consiglio, ma che dovrebbe tornare in Aula dopo eventuali suggerimenti e correttivi della Regione. Secondo Salvemini lo stanziamento di circa 100mila euro per il pronto intervento sociale da destinare prevalentemente ad enti di assistenza (quali la Caritas) che operano sul territorio, sono assolutamente insufficienti per far fronte all’emergenza.
“Salvemini e tutti i rappresentanti di centrosinistra ci diano una mano invece di polemizzare. Nessun Comune è in grado di realizzare con le proprie forze una casa rifugio come quella a cui si sta pensando in questi giorni, serve il sostegno di chi in questa vicenda può giocare un ruolo attivo” questa la risposta del primo cittadino leccese alle sollecitazioni del consigliere Salvemini.
Se in effetti si pensa ai tagli sulla spesa sociale con cui i Comuni hanno dovuto fare i conti, la situazione si presenta tutt’altro che rosea. “I cittadini devono sapere che non esistono risorse che vengono lasciate accantonate – precisa Perrone – quelle esistenti servono a mantenere i servizi preesistenti”.
Eppure, come ha sottolineato il delegato al Piano sociale di Zona, Roberto Martella, “in una carenza di risorse, Lecce è stato tra i primi 7 Ambiti che ha terminato l’iter nato dal confronto con la Regione, chiudendo il ciclo nel modo più adeguato”.
Insomma, l’Ambito Territoriale Sociale di Lecce, pur nella complessità derivante dall’eterogeneità degli enti coinvolti, ha scommesso sulla pianificazione di area e sull’individuazione di strategie unitarie per offrire risposte adeguate ai bisogni delle comunità, tentando di recuperare risorse professionali, umane e finanziarie. Il tutto, ovviamente, nell’ambito delle direttive regionali.
Il piano sociale di Zona, infatti, nasce dal confronto tra gli attori impegnati nel settore, sia pubblici che privati, da tavoli di concertazione in cui hanno avuto un ruolo determinante il Distretto Socio Sanitario e le organizzazioni sindacali.
Da palazzo Carafa viene sottolineata, inoltre, la capacità che l’Istituzione ha dimostrato nell’utilizzo delle risorse 2010/2013 dove a fronte di risorse programmate in circa 16mila euro, oltre 15mila ne sono state impegnate per una percentuale del 95%.
Con deliberazione di Giunta regionale del 2009, ogni Ambito poteva richiedere alla Regione Puglia un contributo finanziario totale pari a 3milioni di euro, al fine di coprire tutti gli intereventi di welfare, dalla prima infanzia e conciliazione vita-lavoro, all’accoglienza, dalle disabilità ai fenomeni di violenza e maltrattamento, dall’assistenza agli anziani al contrasto delle patologie da dipendenza.
Intanto, nelle altre stanze di palazzo di città oggi è il giorno di un tavolo di concertazione per la Commissione servizi sociali, convocazione richiesta dal Pd. Il vicesindaco e assessore ai Servizi sociali, Carmen Tessitore ha già parlato chiaro “per parlare di assistenza occorrono cautela, regole e finanziamenti”.