Lupiae Servizi:si rincorrono le voci di fallimento, in strada monta la protesta


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La Presidente della Lupiae Servizi, Tatiana Turi, sarebbe pronta a portare i libri contabili in Tribunale. Le voci, sempre più insistenti, sono rimbalzate tra i 270 lavoratori della società partecipata del Comune di Lecce che si sono dati appuntamento ai piedi di Palazzo Carafa, per chiedere “chiarezza”.

Il fallimento, che sembrava scongiurato (o rimandato), torna a far paura. I conti della municipalizzata, legati a doppio filo con le casse comunali in affanno, sono in rosso da molti anni.

Continuare a tenerla in vita, salvare i posti di lavoro, dare alla società un piano di rinamamento non sarebbe stato facile, anche questo è noto.

«Non esistono soluzioni indolori quando si è chiamati a gestire una crisi aziendale pesantissima che dal 2001 ad oggi è costata alle casse comunali, tra ricapitalizzazioni e debiti fuori bilancio, 24 milioni di euro» aveva dichiarato il sindaco Carlo Salvemini, quando aveva snocciolato i numeri per spiegare le poche possibilità che aveva a disposizione per salvare la partecipata.

I tagli o in maniera più elegante dei sacrifici era una via, ma non era semplice chiedere ai dipendenti altre rinunce.

Anche i sindacati hanno tentato in tutti i modi di scongiurare la crisi aziendale. Sono loro a raccontare delle presunte ‘pressioni’ che la Turi avrebbe ricevuto per scegliere l’ultima strada. Intanto si preparano a dare battaglia.

La smentita del Sindaco

«Non giova a nessuno evocare scenari diversi da quelli condivisi in sede istituzionale alimentando preoccupazioni ulteriori rispetto a quelle già presenti» ha dichiarato il Sindaco Carlo Salvemini, smentendo le voci circolate in Comune.

«Non c’è nessun aggravamento della situazione di una crisi nota e complicata – si legge sulla pagina facebook del Primo cittadino – ma un lavoro quotidiano per gestirla nel migliore dei modi possibili onde evitare la liquidazione e predisporre un piano di risanamento capace di garantire la sostenibilità gestionale della Lupiae che dovrà camminare sulle proprie gambe senza possibilità di ulteriori ricapitalizzazioni del comune, suo socio unico».