È proprio così. Agli italiani non importa nulla, non importa nulla della Democrazia. È quello che appare all’ennesimo buco nell’acqua dell’ennesimo referendum popolare.
I Padri Costituenti ben pensarono di mettere nelle mani del Popolo, uno strumento concreto per esprimere il proprio parere su questioni che, in un verso e nell’altro, possono influire sulla vita quotidiana, sia nel breve che nel lungo termine.
Eppure tale strumento non viene percepito e sono gli stessi politici che suggeriscono dalle loro stanze all’orecchio di tutti gli italiani di astenersi per motivazioni tutte da interpretare. E non diciamo di più.
Dicevamo, l’ennesimo referendum bruciato che fa capire quanto gli italiani non siano affezionati nemmeno all’idea di alzare un dito o aprire la bocca su tematiche che abbracciano innumerevoli interessi . I Pugliesi e i salentini in particolare, coloro che più di tutti erano interessati a pronunciare il proprio parere, hanno fatto sentire la propria voce, facendo registrare una buona affluenza, nonostante la bellissima giornata invitasse ad andare a mare e a rimanervi fino a sera. Ma, si sa, questo non è bastato.
Del resto chi si poteva aspettare l’andata alle urne degli amici del Trentino Alto Adige, che poco se ne infischiano de “Lu sule, lu mare, lu ientu”.
Tutto questo fa tristezza, ma rattristano ancor di più le reazioni a catena che chi ci dovrebbe rappresentare ha innescato: ci siamo ritrovati all’improvviso tra un gruppo di ragazzini, tutti presi a far linguacce agli avversari in una gara poco edificante di post e tweet.
Che vincesse il Sì o trionfasse il No, almeno gli italiani avrebbero dimostrato più maturità, più senso di appartenenza, più amore per il proprio Paese, per una Nazione che, citando qualcuno di più famoso di noi, sembra attendere ancora d’essere “una d’arme, di lingua, d’altare, di memoria, di sangue e di cuor”.