Manca personale e non solo, l’Osapp denuncia la situazione insostenibile del carcere di Lecce


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Una denuncia che si ripete nel tempo, ma che sembra non trovare porto.

L’OSAPP, organizzazione sindacale di polizia penitenziaria, ha più volte segnalato le precarie condizioni di organico in cui è costretto a lavorare il personale in servizio presso il carcere di Lecce.

Eppure, sono state individuate le nuove dotazioni organiche individuate dal D.M. 2 ottobre 2017 e proprio l’istituto penitenziario leccese conterebbe un soprannumero di addetti del Corpo.

La realtà raccontata dal sindacato è ben altra, però: “il carcere di Borgo San Nicola presentava già di per sè una carenza non inferiore alle 70 unità. Inoltre, oltre all’apertura nell’area limitrofa alla sede di un istituto per detenuti affetti da problemi psichici con un impiego di personale non inferiore alle 20 unità, nei giorni scorsi è stato collaudato il nuovo reparto detentivo in grado di allocare circa 200 ristretti e, anche in questo caso, mediante l’impego di ulteriori 40 unità”.

Non basta. Presto entrerà definitivamente in funzione la struttura detentiva situata a Monteroni di Lecce, già istituto penale per minorenni, quale istituto a custodia attenuata e che attingerà dall’organico del carcere per almeno 30 unità.

“Quando entreranno in piena funzionalità il nuovo padiglione detentivo e l’istituto di Monteroni, senza tenere conto dei pensionamenti in corso, la casa circondariale di Lecce presenterà una carenza di circa 140 unità pari al 25% dell’attuale organico e nessuna struttura penitenziaria sul territorio nazionale, meno che mai un carcere con consimili tipologie detentive ed organizzazione tra le più rilevanti sul territorio nazionale, può reggere per lungo tempo senza che si ingenerino gravi problemi riguardanti l’ordine e la sicurezza anche esterne al carcere”.

Leo Beneduci, segretario generale Osapp, nella missiva inviata su tutti al Ministero competente conclude “tenuto conto che le condizioni della casa circondariale di Lecce sono state palesemente sottovalutate sia in sede di Provveditorato Regionale e sia presso la Direzione Generale del Personale e delle Risorse del Dap, si invita a voler disporre per le necessarie e sollecite iniziative anche finalizzate ad evitare prossime e più preoccupanti conseguenze”.