Tutti aspettavano Matteo Salvini a Lecce il 19 febbraio, comprese le sardine salentine che si sono date appuntamento in Piazza Sant’Oronzo per un evento, «Radici», in contemporanea con la visita del leader della Lega in città. Il movimento ittico locale resterà nel cuore del capoluogo barocco, dove è atteso anche Mattia Santori, mentre il Capitano – con una mossa a sorpresa da parte degli organizzatori – incontrerà i suoi ‘supporter’ in una cooperativa olearia di Squinzano alle 20.00.
Scelta che ha lasciato perplessi tanti leghisti che speravano di ‘abbracciare’ il numero uno del Carroccio, anche alla luce di quanto successo in queste ore con il caso Gregoretti per cui c’è il via libera del Senato che ha votato il sì all’autorizzazione a procedere.
Monta quindi la polemica tra chi condivide quella scelta, considerata un segnale forte alla lotta alla Xylella poiché nulla più di un’azienda olivicola può rappresentare la difficoltà che sta vivendo l’agricoltura messa in ginocchio dal batterio killer. E chi proprio non ci sta, considerando Lecce (senza nulla togliere a Squinzano) un piazza forte per lanciare la campagna elettorale in Puglia, più che mai incerta.
C’è chi poi sostiene che si tratti di una ‘trovata’ politica per entrare a gamba tesa nelle vicende elettorali della cittadina del Nord-Salento in cui si contrastano il forzista Gianni Marra che strizza l’occhio alla candidatura di Raffaele Fitto e Mino Miccoli, spalleggiato da Roberto Marti e che voci sempre più insistenti danno per candidato in consiglio alla Regione Puglia tra le file del Carroccio.
Sta di fatto che il segretario Salvini ha avallato la scelta di Squinzano e si terrà alla larga da Lecce, scegliendo la location di via Benedetto Croce per parlare ai suoi sostenitori, certamente delle elezioni regionali, ma anche della sua personale vicenda giudiziaria che ha letteralmente diviso gli italiani tra chi non condivide la decisione di mandarlo a processo e chi, invece, pensa che gli tocchi.