Non si parla d’altro che del Frecciarossa, purché non siano solo parole


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Trenitalia da un lato, la Regione dall’altro. Sul tavolo la bollente questione del Frecciarossa, il treno ad alta velocità che dal 20 di settembre collegherà il capoluogo lombardo con quello pugliese in poco più di sei ore, sei ore e mezzo per l’esattezza. Ma se Milano e Bari saranno più vicine, lo stesso non si può dire per Lecce e il Salento, ancora una volta penalizzato perché ‘non conviene’.
 
Anche se si tratta di un primo incontro, il faccia a faccia in programma il prossimo 25 settembre si preannuncia comunque caldo considerando il botta e risposta dei giorni scorsi. Se la società, infatti, aveva quantificato in un milione di euro la spesa annua prevista per fare della città del barocco, l’ultima fermata della tratta, Michele Emiliano, dal canto suo, ha provato a mettere la questione sul giusto binario dichiarando la sua disponibilità a coprire con i soldi della Regione le eventuali perdite di Trenitalia. Insomma, un primo passo per sbrogliare la questione prima del tavolo a tre che sarà convocato a Roma.   
 
Nel frattempo, però, le polemiche e le richieste di intervento non si placano. Confindustria Lecce, ad esempio, ha preso carta e penna, e ha scritto al Presidente di Trenitalia Messori, all’Amministratore Delegato Elia, al Presidente del Consiglio Renzi, al Ministro dei Trasporti Del Rio, al Presidente della Regione Puglia Emiliano, alla Deputazione Parlamentare e regionale salentina, per sollecitare un intervento urgente per garantire l’Alta Velocità fino a Lecce.
 
«È doveroso sottolineare che il Salento, territorio strategico per turismo, cultura, arte, ambiente, economia, ormai riconosciuto tale a livello nazionale ed internazionale, sia stato ancora una volta tagliato fuori dalla tratta ad alta velocità. Come noto, – si legge nella letterala competitività fra territori si gioca soprattutto sulle infrastrutture della mobilità e il Salento in questa situazione è condannato a gareggiare in una esclusiva corsa ad ostacoli»
 
Anche il senatore Dario Stefano ha voluto scrivere una missiva, ma questa volta il destinatario è  sottosegretario, Claudio De Vincenti «Il Governo – si legge – convochi il tavolo tecnico subito, prima del 20 settembre. Solo in questo modo potrà dimostrare di voler essere realmente al fianco della Regione Puglia e dei pugliesi in questa battaglia di civiltà».  
 
«Il primo vertice istituzionale, che vede peraltro il Governo escluso nella prima fase, è fissato per il 25 settembre 2015 a Bari. Ben cinque giorni oltre la fatidica data prevista per l'attivazione del servizio Milano-Bari. Solo dopo verrà convocato un tavolo a tre a Roma, soltanto dopo questo primo incontro. Se le condizioni restano queste – continua Stefàno – mentre sarà messo sui binari il Frecciarossa Milano-Bari, il prossimo 20 settembre il Salento non avrà la stessa possibilità. Non vorrei – e non vorremmo – che l'allungamento dei tempi, dovuto all'esito ancora incerto del prossimo vertice e ai successivi incontri ancora da formalizzare, faccia perdere centralità al tema e generi dubbi sulle reali intenzioni del Governo».

«Per scongiurare queste preoccupanti ipotesi e per dare, soprattutto, un senso al lavoro sinergico che Governo e Regione dovranno fare per migliorare i servizi di trasporto in Puglia, – conclude Stefàno – sono a chiederLe di impegnarsi da subito affinchè si possano anticipare i suddetti incontri rispetto alla data del 20 settembre 2015»
 
Nel frattempo, un gruppo di attivisti radicali salentini guidati da Giuseppe De Matteis e Tommaso Prima, per venerdì 25 settembre, giorno in cui ci terrà a Bari l’importantissimo incontro sul doveroso prolungamento del treno Frecciarossa sino a Lecce, sta organizzando un pullman per andare chiedere il diritto ad avere anche nel Salento questo treno che potrebbe rappresentare una risorsa positiva non solo per i salentini che vanno al nord per motivo di studio, lavoro, ma anche per il turismo. Cori, striscioni, cartelloni, animeranno la mattinata con lo scopo finale di contribuire a far cambiare idea ai dirigenti di Trenitalia.