Al vaglio dei consiglieri Cosimo Durante e Mario Pendinelli vi è l'istituzione del bando che intende assumere un nuovo dirigente e la questione del salario accessorio dei dipendenti.
Altro che politica del risparmio, il gruppo di minoranza di Palazzo dei Celestini – rappresentato dai consiglieri provinciali Mario Pendinelli e Cosimo Durante – parla di politica clientelare. La denuncia prende origine dalla delibera 265, tramite cui l’Esecutivo diretto dal presidente Antonio Gabellone istituirà un bando per l’assunzione del nuovo dirigente al Servizio Politiche sociali (considerando il pensionamento di quello uscente). Per quest’anno, però, in base all’articolo 30 dell’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi, si sarebbero potuti affidare ad interim gli stessi incarichi ad un altro dirigente già esistente; invece, per via di questa new entry, viene determinato un costo aggiuntivo del 30%. E non è tutto. Le accuse ai piani alti dell’amministrazione riguardando il non intervento sul dimezzamento del salario accessorio ai circa 600 dipendenti della Provincia. La decurtazione sull’apposito fondo, pertanto, rimarrebbe a 160mila euro senza più essere ridotta a 50mila, come in passato promesso dallo stesso Gabellone.
“Vogliamo portare ancora una volta a conoscenza dei salentini la politica del governo di Palazzo dei Celestini rispetto all’utilizzo delle risorse, economiche e umane. Molte le negatività di questa amministrazione – sottolinea il capogruppo Pd Cosimo Durante – tanto che sui temi dello sviluppo ormai la Provincia non esiste. Nonostante il rischio di chiusura delle Province, si va a bandire un concorso interno per la categoria D. Conti alla mano, il nuovo dirigente verrebbe a costare 107mila euro; da una parte incombe la spending review, dall’altra questo centrodestra agisce spudoratamente in maniera clientelare”.
Più avanti il baricentro della discussione raggiunge una questione particolare, che esamina la decurtazione del salario accessorio dei dipendenti. Qui va fatto un approfondimento. Per salario accessorio si intende una quota derivante dalla contrattazione locale tra l’amministrazione e i lavoratori; comprende indennità e introiti vari aggiuntivi allo stipendio base che fa riferimento al contratto nazionale del lavoro degli enti locali. A tal proposito esiste un fondo, da cui inizialmente – stando al Piano di razionalizzazione 2013-2015 approvato dalla Giunta – era prevista la decurtazione di 160mila euro nel 2013. Purtroppo però, al contrario di quanto si pensi, lo stipendio di dipendente provinciale non è faraonico, perché ruota intorno ai mille euro netti. E un salario accessorio, in tempi di crisi, fa la differenza.
“Il presidente Gabellone – racconta il consigliere Pendinelli – in data 28 febbraio dichiarò di provvedere alla riduzione di questo taglio, portandolo da 160mila euro alla somma di 50mila e quindi integrare ulteriori 110mila euro. Ciò avrebbe implicato una distribuzione uguale per tutti. Oggi siamo a dicembre 2013, ma ancora non vi sono novità. Sussistono indennità che variano da ufficio a ufficio, ma mediamente in Provincia c’è stata una decurtazione del salario accessorio del 19%”. “Quella del centrodestra è una politica personale – dice sempre Pendinelli – caratterizzata da climi di continua contraddizione e fibrillazione”.